Richiesto un nuovo sistema di ristori

Confartigianato Cuneo incontra Cirio: "La zona rossa mette in ginocchio le nostre imprese"

Al tavolo delle discussioni l'inadeguatezza del meccanismo di passaggio da zona rossa a zona arancione. Situazione per la quale oggi è prevista una verifica.

Confartigianato Cuneo incontra Cirio: "La zona rossa mette in ginocchio le nostre imprese"
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Confartigianato Imprese della provincia di Cuneo ha incontrato nel corso della mattinata di oggi, venerdì 16 aprile 2021, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. L'organizzazione in rappresentanza dell'artigianato, della micro e piccola impresa ha esposto al governatore l'inadeguatezza del meccanismo di passaggio da zona rossa e zona arancione, sottolineando come, nel cuneese, le restrizioni stiano mettendo in ginocchio le attività del territorio.

Confartigianato Cuneo incontra Cirio

Un incontro avvenuto nel corso della mattinata di oggi, venerdì 16 aprile 2021, tra i rappresentanti di Confartigianato Cuneo e il governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Al tavolo delle discussioni, si è trattato principalmente dell'inadeguatezza del meccanismo di passaggio da zona rossa a zona arancione:

"Oggi abbiamo incontrato il Governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio per esporgli le considerazioni sull'inadeguatezza del meccanismo di passaggio da zona rossa a zona arancione. Fermo restando l’importanza della tutela della salute pubblica, che costituisce bene primario imprescindibile, l’attuale impostazione dell'ultimo monitoraggio disponibile non dà possibilità alle imprese di avere il giusto preavviso per poter organizzare in modo adeguato le loro attività aziendali, arrecando loro danni economici. Gli acconciatori e gli estetisti hanno sempre lavorato in sicurezza! Abbiamo chiesto al Governatore un nuovo sistema di ristori per tutte quelle aziende localizzate in quelle zone dove la Regione stessa ha dovuto adottare delle misure di contenimento più restrittive, impendendo alle aziende di poter lavorare".

L'INCONTRO CON CIRIO:

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"Così si rischia di staccare la spina alle nostre imprese"

Le rivendicazioni portate avanti dall'organizzazione in rappresentanza dell'artigianato, della micro e piccola impresa della provincia di Cuneo giungono a seguito della notizia dello scorso 13 aprile 2021 che sanciva l'imposizione della zona rossa nel cuneese fino a domenica 18 aprile.

Un provvedimento che aveva aizzato il malcontento tanto dei lavoratori, quanto di Confartigianato, la quale, ha voluto lanciare la raccolta firme online "Non voglio chiudere", ottenendo, in sole 12 ore ben 1.800 adesioni. Un'iniziativa fatta per chiedere un ristoro concreto alle imprese del benessere, saloni di acconciatura e centri estetici, un comparto che nella Granda coinvolge mille parrucchieri e 200 estetisti. Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo, aveva dichiarato:

"Una decisione dell’ultima ora che va ad inasprire gli animi di tanti imprenditori ormai sfiniti da questi stop and go senza un congruo preavviso. Nel nostro comparto artigiano ci sono centinaia di imprese del settore benessere e servizi alla persona le quali, dopo aver risistemato i locali e gli approvvigionamenti dei prodotti, si ritrovano ora a disdire appuntamenti già fissati e a bloccare il personale già programmato per il ritorno al lavoro. Una grave delusione che era meglio evitare, visto il periodo complesso e un 'modus operandi' che rischia di staccare la spina definitivamente a tante nostre imprese".

Affermazioni a cui, nella giornata di mercoledì 14 aprile 2021, aveva fatto seguito la manifestazione di protesta, davanti alla Prefettura di Cuneo, da parte di una cinquantina di parrucchieri ed estetisti, uniti al grido: "Non siamo burattini, vergognatevi!".

Cuneo zona rossa o arancione? Oggi la verifica

Intanto, nel corso del pomeriggio di oggi, venerdì 16 aprile, è prevista una verifica sulla situazione dell'incidenza dei casi nella Granda, il fattore che al momento sta mantenendo il massimo grado delle misure restrittive in tutta la provincia. La situazione non dovrà superare ancora la soglia limite di 250 contagi ogni 100mila abitanti prevista dal Governo. Una decisione che dovrà prendere in considerazione tanto il quadro sanitario provinciale, quanto quello economico e lavorativo.

 

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