Il caso

Muore nel rogo del suo negozio: arrestata ladra piromane

Lo avrebbe fatto per distrarre i titolari dell’esercizio commerciale e appropriarsi dell’incasso; e non è l'unico crimine commesso dalla donna

Muore nel rogo del suo negozio: arrestata ladra piromane
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La sera del 19 settembre scorso un vasto incendio si era sviluppato nel negozio di abbigliamento e casalinghi di Monticello d’Alba  denominato Ipershop Express di proprietà di HU Jie, 36 enne di origine cinese.

L'incendio

Sul posto erano intervenute tempestivamente diverse squadre dei Vigili del Fuoco di Cuneo, Bra, Dogliani e Racconigi, che per diverse ore erano state impegnate nelle complesse operazioni di spegnimento e messa in sicurezza dell’area.

Già dalle prime fasi il titolare il titolare del negozio era risultato disperso e si era pensato al peggio, poi, una volta domate le fiamme nel corso della nottata era arrivata la terribile conferma: il suo corpo ormai senza vita era all'interno del locale. L'uomo, da molti anni in Italia e ben inserito nella comunità locale, lascia la moglie e tre figli.

Le indagini

Gli accertamenti dei Vigili del Fuoco hanno evidenziato che l’incendio inizialmente considerato una tragica fatalità, era invece di natura dolosa e le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Canelli, supportati dai colleghi delle Compagnie di Bra e di Alba, hanno svelato una realtà ben più complessa.

I militari di Canelli erano infatti sulle tracce di una donna di origine bulgara residente in quel centro, sospettata di essere responsabile di diversi reati contro il patrimonio commessi nel basso Piemonte nelle ultime settimane. I Carabinieri riuscivano a stabilire con certezza la presenza della donna la sera dei fatti nel negozio di Monticello, stabilendo così le sue responsabilità in merito allo scoppio dell’incendio.

Le motivazioni del gesto, secondo gli investigatori coordinati dalla Procura della Repubblica di Asti, sono da ricondurre al tentativo da parte della arrestata di distrarre i titolari dell’esercizio commerciale per appropriarsi dell’incasso.

L'arresto

Batashka Stanka, nata in Bulgaria nel 1988, è stata dunque tratta in arresto dai militari dell’Arma di Canelli per reato di incendio doloso. La sua posizione è aggravata anche dal ritrovamento del cadavere, per cui la donna è stata anche denunciata per il reato di "morte come conseguenza di altro delitto". La donna attualmente è ristretta nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, a disposizione della Autorità Giudiziaria, a seguito della convalida dell’arresto e dell’applicazione della misura cautelare, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, per l’incendio causato a Monticello d’Alba e per uno precedente provocato a Canelli. Sulla scorta delle risultanze investigative emerse, i Carabinieri della Compagnia di Alba riuscivano ad attribuire alla donna una rapina in villa nel Comune di Cossano Belbo con le relative lesioni personali e l’uso indebito della carta di credito della vittima.

Il caso precedente a Canelli

Infatti, le indagini dei Carabinieri di Canelli hanno permesso di fare luce su un ulteriore fatto avvenuto nell’astigiano lo scorso 14 settembre, il grave incendio al Centro Commerciale “Il Castello” di Canelli. Anche per questo illecito i militari dell’Arma sono riusciti a raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza sempre nei confronti della stessa donna responsabile del gesto sconsiderato di Monticello d’Alba, deferita dunque anche in questo caso Giudiziaria per il reato di incendio doloso. Anche al Centro commerciale “Il Castello”, la donna aveva provato a distrarre gli addetti di un negozio di calzature appiccando un incendio nel magazzino, nell’intento di appropriarsi del registratore di cassa. Per fortuna, nei fatti di Canelli, non vi furono feriti o vittime.

Sono in corso gli accertamenti per stabilire la responsabilità della donna per episodi incendiari analoghi avvenuti nel basso Piemonte nelle ultime settimane.

Naturalmente le indagini sono in corso per acquisire gli elementi idonei a superare la attuale presunzione di non colpevolezza dell’indagata.

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