Sì alla Cassa integrazione per Mercatone Uno, ma "dissenso" dei sindacati

Sarà a zero ore per 1.824 lavoratori fino al 31 dicembre 2019.

Sì alla Cassa integrazione per Mercatone Uno, ma "dissenso" dei sindacati
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Spiraglio di luce per i dipendenti di Mercatone Uno. Ieri, mercoledì 19 giugno 2019, al Mise sono stati siglati due accordi per il rientro del gruppo Mercatone Uno in procedura di amministrazione straordinaria e per lo sblocco della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori fino al 31 dicembre 2019, a seguito del fallimento della società acquisitrice Shernon.

Tavolo: al Mise tutte le regioni

Al tavolo hanno preso parte i rappresentanti del Ministero, i nuovi commissari straordinari, i rappresentanti delle Regioni Umbria, Lombardia, Toscana, Piemonte, Lazio, Puglia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Trento, e le sigle sindacali.

Cassa integrazione a zero ore

Il punto più doloroso è stato quello che riguardava l’entità della cassa integrazione. Poiché l’esercizio provvisorio autorizzato dal ministero non prevede la riapertura al pubblico dei punti vendita di Mercatone uno (salvo che per eventuali svendite straordinarie, ma solo se utili a valorizzare, cioè monetizzare, le rimanenze di Shernon), la cassa integrazione sarà a zero ore per 1.824 lavoratori e parametrata agli stipendi della gestione Shernon con cui si era concordata una riduzione di orario (e quindi paghe più basse) e non ai regimi full time dell’epoca Mercatone.

“Dissenso” dei sindacati

I sindacati (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) hanno fatto mettere a verbale il loro «dissenso» poiché secondo loro il fallimento di Shernon azzera tutto, determinando l’«annullamento delle intese» sindacali sull‘orario in quanto «inscindibilmente legate» agli impegni presi dalla nuova proprietà sul fatto di garantire una occupazione stabile entro 24 mesi. Condizione che non si è verificata.

Anche il presidente Cirio al tavolo di crisi

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Lavoro Elena Chiorino hanno preso parte, questa mattina a Roma al Ministero per lo Sviluppo economico, al tavolo di crisi nazionale sul caso del Mercatone Uno.

Presente all’incontro anche Alberto Anselmo del Settore Politiche del Lavoro della Regione Piemonte.

Il tavolo, in cui è stata affrontata la situazione in generale a livello italiano, è stato preceduto da un incontro riservato con il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico, Davide Crippa, e il presidente del tavolo di crisi, Giorgio Girgis Sorial, chiesto dal presidente Cirio per affrontare in particolare alcuni aspetti che riguardano la situazione dei lavoratori piemontesi.

“Abbiamo riscontrato grande disponibilità, anche nel poter incontrare i rappresentanti del Ministero prima del tavolo sulle tematiche nazionali, in modo da discutere della specifica situazione dei lavoratori del Mercatone Uno in Piemonte – sottolinea il presidente della Regione Cirio – Abbiamo parlato di cosa è possibile fare in concreto per i 250 lavoratori piemontesi.
Così come richiesto anche da noi dopo l’incontro con sindacati e dipendenti, ci è stata comunicata la decisione del Tribunale di Bologna di annullare il contratto di vendita alla Shernon, in modo da retrocedere alla situazione precedente di amministrazione straordinaria e consentire l’attivazione della cassa integrazione, impossibile da avviare con un’azienda fallita. Sono stati nominati i nuovi amministratori straordinari che, adesso, avranno il compito di creare le condizioni per trovare un nuovo, e soprattutto affidabile, acquirente”.

“La cosa importante – evidenzia il presidente – è anche che la richiesta di attivazione della cassa verrà retrodatata a maggio, in modo da non produrre ulteriore danno ai lavoratori. Da risolvere c’è ancora la criticità del valore da attribuire a questi ammortizzatori. I lavoratori infatti, per venire incontro alle richieste di Shernon, hanno accettato una riduzione di stipendio e orario di lavoro e se la cassa dovesse tener conto di questa nuova configurazione contrattuale avrebbe un importo molto esiguo. Abbiamo quindi chiesto al Ministero di poterla calcolare sulla base dei contratti precedenti alla vendita alla holding. Inoltre, ho dato mandato all’assessore Chiorino di predisporre in pochi giorni con la struttura regionale delle convenzioni con le banche disponibili ad anticipare ai lavoratori il valore dell’assegno. Da quando la cassa viene autorizzata a quando viene effettivamente erogata passano infatti mediamente tre mesi e noi non possiamo lasciare i lavoratori in sospeso per altre settimane. È necessaria una soluzione ponte e la metteremo in atto, già nei prossimi giorni, con gli istituti di credito di cui gli uffici regionali hanno raccolto la disponibilità. I lavoratori potranno aprire un conto sul quale verrà loro anticipato il valore degli ammortizzatori, in attesa che vengano resi disponibili dallo Stato. Il primo obiettivo, però, rimane la continuità lavorativa per tutti. E su questo il mio impegno personale e quello di tutta la Regione sarà forte e costante”.

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