Perdite del 70/80%

Settore del vino, terremoto Covid su export e brindisi delle feste

L'analisi di Coldiretti Cuneo nell'ambito vitivinicolo: per la prima volta in 30 anni si è registrata una frenata dell’export con un calo del 3,2% in valore nei primi sette mesi del 2020.

Settore del vino, terremoto Covid su export e brindisi delle feste
Pubblicato:
Aggiornato:

L'emergenza Covid ha arrecato gravi danni anche al settore del vino. Come evidenziato in un'analisi di Coldiretti Cuneo nell'ambito vitivinicolo, per la prima volta in 30 anni si è registrata una frenata dell’export con un calo del 3,2% in valore nei primi sette mesi del 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti. Per l'organizzazione agricola Cuneese ha cercato di individuare delle possibili soluzioni attraverso l’incontro "Covid, la sfida del vino Made in Italy".

Settore del vino, terremoto Covid su export e brindisi delle feste

Il moltiplicarsi dei Paesi che hanno adottato misure di contenimento con la chiusura di bar e ristoranti fa salire il conto dei danni alle esportazioni di vino tricolore che è il più bevuto nel mondo. Germania, Stati Uniti e Regno Unito, principali mercati di sbocco delle bottiglie italiane, sono in sofferenza per il rapido diffondersi della pandemia che rischia di compromettere anche gli ordini per la fine dell’anno. Per la tavola delle feste, infatti, i grandi vini delle colline piemontesi sono da sempre in pole position con etichette particolarmente adatte per i brindisi. Dall’Asti spumante, la cui produzione si aggira intorno ai 60 milioni di bottiglie, al Moscato d’Asti, 30 milioni di bottiglie, dall’Asti tipologia secco, 2 milioni di bottiglie, all’Alta Langa di cui se ne producono 1,3 milioni: i consumatori non hanno che l’imbarazzo della scelta.

"Le perdite sono arrivate al 70-80%"

Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, rilascia queste dichiarazioni sulla situazione relativa al comparto vitivinicolo del territorio:

"Quest’anno il Covid ha colpito, e continuerà a farlo, il comparto vitivinicolo, penalizzato già dalla chiusura del canale Ho.Re.Ca e dalla mancanza di turisti stranieri che apprezzavano particolarmente i nostri vini di elevata qualità, tanto che le perdite sono arrivate al 70-80%. L’internazionalizzazione è dunque una scelta obbligata per il nostro Paese che deve cogliere questo momento di crisi per mettere a punto una strategia più incisiva di presenza sui mercati stranieri".

"Va preparata la ripresa con un piano straordinario di internazionalizzazione"

Il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, sottolinea come una ripresa sarebbe possibile attraverso un piano straordinario di internazionalizzazione:

"Vanno aiutate le imprese a superare questo difficile momento e va preparata la ripresa con un piano straordinario di internazionalizzazione anche con la creazione di nuovi canali commerciali e una massiccia campagna di comunicazione superando l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo, valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle Ambasciate".

LEGGI ANCHE:

Coronavirus, sono 11 le persone positive decedute oggi

 

Seguici sui nostri canali