Disposizione della Prefettura

Ristoranti, anche in provincia di Cuneo potranno garantire il servizio mensa ai lavoratori

Nadia Dal Bono, direttore Confesercenti Cuneo: “Siamo ad una svolta che lascerà il segno, una boccata d'ossigeno per gli esercenti".

Ristoranti, anche in provincia di Cuneo potranno garantire il servizio mensa ai lavoratori
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"Siamo ad una svolta che lascerà il segno. Inutile dire che come Confesercenti Cuneo siamo molto soddisfatti dell’obbiettivo raggiunto" con queste parole il direttore generale di Confesercenti Cuneo Nadia Dal Bono ha commentato la disposizione della Prefettura di Cuneo che ha dato la possibilità di pranzare all’interno dei locali per le persone che lavorano.

Ristoranti, anche in provincia di Cuneo potranno garantire il servizio mensa ai lavoratori

Per il settore della ristorazione si tratterebbe di una "boccata d'ossigeno", come sottolineato dal direttore di Confesercenti Cuneo. La lieta notizia riguarderebbe infatti la disposizione da parte della Prefettura di Cuneo circa la possibilità di pranzare all’interno dei locali per le persone che lavorano.

"Si tratta di una boccata di ossigeno per gli esercenti - ribadisce il direttore generale Nadia Dal Bono - e nello stesso momento questa disposizione permette ai molti che lavorano fuori casa di avere un punto di appoggio, soprattutto in questo periodo così freddo".

Per dissipare ogni dubbio e soprattutto operare nel rispetto delle regole e in sicurezza, è stata sollecitata una risposta del Gabinetto del Ministro dell’Interno proprio in merito alla possibilità che gli esercizi di ristorazione svolgano il servizio di mensa in convenzione nelle situazioni in cui l’attività di somministrazione al pubblico è sospesa causa Covid-19.

"La normativa in materia di Covid-19 consente l’esercizio delle attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale - ricorda il direttore generale Confesercenti Cuneo - a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Dopo un periodo di incertezza, dovuta alle decisioni di alcune Prefetture, intervenute sul tema a macchia di leopardo, è finalmente pervenuta la risposta del Gabinetto del Ministro dell’Interno che sembra mettere tutti d’accordo, dando di fatto indicazioni in linea di massima omogenee".

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Il servizio sostitutivo di mensa viene normalmente prestato dai pubblici esercizi in tutti i casi in cui un datore di lavoro non disponga di un servizio di mensa propri, quindi i pubblici esercizi tradizionalmente svolgono una funzione surrogatoria del servizio di mensa.

"La sospensione della loro attività causa Covid-19 priva i lavoratori della possibilità di usufruire di tale servizio - precisa Dal Bono - come Confesercenti riteniamo che la nota ministeriale, per tale motivo, tenda a risolvere il problema sgombrando il campo da possibili ostacoli e chiarendo che per l’esercizio di un’attività che si assume non 'principale' da parte dei pubblici esercizi, i quali in questa fase non aprirebbero 'al pubblico', ma alla ristretta cerchia dei lavoratori rientranti nelle convenzioni stipulate, non occorra - salvo il rispetto di protocolli e linee guida anti-Covid - procedere ad ulteriori adempimenti, cui invece rimangono obbligate le sole strutture che svolgono in modo precipuo l’attività di mensa. Le prefetture - conclude il direttore Confesercenti Dal Bono - hanno affermato che è possibile, per i ristoranti, chiusi per disposizione generale, svolgere l’attività di mensa per singole (anche compresenti) aziende, con predeterminazione dei dipendenti legittimati ad accedere nel locale, sulla base di una convenzione tra azienda ed esercizio di ristorazione".

Ovviamente, il servizio può essere espletato a condizione che avvenga "nel rispetto delle misure di contenimento previste in tema di somministrazione di cibi e bevande nonché della legislazione vigente in tema di attività produttive".

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