Nelle Langhe la crisi dei vitivinicoltori: "Aprire per riprenderci la vita" VIDEO
"E' un momento difficile e imprevedibile, chiediamo dei provvedimenti che, luogo per luogo, ci consentano di mitigare i danni."
Il vero tesoro è la terra delle Langhe: è da qui che l'uva succhia gusto e nutrimento. Ogni spicchio di preziosa collina è coltivato con filari che si intrecciano. I braccianti si prendono cura delle piante una per una.
Emergenza Covid: la crisi del settore del vino
Nei campi il lavoro prosegue, ma la crisi, conseguenza diretta dell'emergenza Covid, ha colpito duro il settore del vino con cali che vanno dal 30 a 70%, denuncia Coldiretti. E un consumo che solo in Italia, negli ultimi due mesi, si è dimezzato. A Barolo Ernesto Abbona mostra con orgoglio le sue cantine e conferma le difficoltà che tutti i vitivinicoltori stanno vivendo.
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Provvedimenti e liquidità
E' un momento difficile e imprevedibile, chiediamo dei provvedimenti che, luogo per luogo, ci consentano di mitigare i danni. In agricoltura ci avrebbe fatto comodo avere i cosiddetti corridoi verdi, per aver manodopera specializzata necessaria per questa viticoltura che crea grande valore. E poi ci servirebbe avere norme precise e chiare per la riapertura in scurezza dei locali dove i nostri vini vengono venduti e consumati a bicchieri. Se il turismo si blocca, se gli alberghi non possono riaprire, è chiaro che tutto questo vino rimane in cantina. Spiega Abbona.
Rischio crollo dei prezzi
E se tutto il vino rimane in cantina è grosso il rischio del crollo dei prezzi alla prossima vendemmia.
"Il problema grosso è la liquidità, ormai tutti lo stanno dicendo, sotto questo aspetto il governo non ha preso provvedimenti conseguenti. E soprattutto la liquidità manca ai nostri clienti, perché se loro non possono vendere il vino si trovano a pagare tutti gli oneri senza un'entrata che consenta di mantenere un equilibrio economico. Tutti ci dicono che non è per far cassa, ma il motivo per cui vogliono riaprire è riprendersi la vita." Conclude Abbona.