Confagricoltura Piemonte: "Servono norme chiare per il fotovoltaico nei campi agricoli"
Il presidente Enrico Allasia commenta una recente sentenza del Consiglio di Stato

Confagricoltura Piemonte interviene per commentare la decisione del Consiglio di Stato, che ha recentemente dato un colpo di spugna sulla norma regionale che stabiliva l'esistenza di aree non idonee al posizionamento di campi fotovoltaici sulle tenute agricole.
La sentenza del Consiglio di Stato
Il 14 luglio scorso, con la sentenza n. 6160/2025, il Consiglio di Stato ha soppresso gli articoli delle due delibere della Regione Piemonte che vietavano la collocazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico (areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole D.O.P., I.G.P., D.O.C., D.O.C.G. e terreni agricoli ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo). "Questo provvedimento - dicono da Confagricoltura Piemonte - insieme a quello del Tar del Lazio, che in parte annulla il decreto interministeriale che disciplina l’individuazione delle superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, crea un vuoto normativo in cui potrebbero più facilmente inserirsi speculazioni dannose per le produzioni agricole, ma anche per gli agricoltori stessi che volessero diversificare le attività aziendali con l’introduzione del fotovoltaico".
"No alle manovre puramente speculative"
“La produzione di energia sta diventando un elemento sempre più importante nell’economia delle imprese agricole – afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – su questa materia, come associazione agricola, abbiamo però sempre avuto una posizione molto chiara, l’azienda deve poter compiere le sue scelte imprenditoriali in piena autonomia, all’interno di una cornice normativa stabile e omogenea che consenta lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela delle produzioni senza dare spazio a manovre puramente speculative, che rischiano di sottrarre all’agricoltore la disponibilità dei suoi terreni, oltre ad avere un impatto molto forte in termini paesaggistici e di consumo di suolo”.
Confagricoltura chiede un dialogo a livello nazionale e regionale
"Occorre pertanto riaprire al più presto un confronto, a livello nazionale e regionale - scrivono dall'associazione di categoria - che possa portare alla definizione di una normativa equilibrata per lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili. Da questo punto di vista, anche le sentenze del Consiglio e del TAR non devono essere viste in modo del tutto negativo, perché vanno nella direzione di armonizzare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili sull’intero territorio nazionale, come da sempre richiesto da Confagricoltura".