Birra, consumi triplicati: in 10 anni ma +200% costi energetici dai campi al boccale
Teo Musso, Presidente del Consorzio della birra italiana: “La valorizzazione della filiera è il punto cruciale".
Triplicati i birrifici artigianali negli ultimi dieci anni e record di esportazioni con una crescita del +12%: è il successo della birra Made in Italy, oggi minacciato dall’esplosione dei costi che colpisce tutta la filiera con un balzo negli ultimi due anni che va dal +200% dell’energia al +45% per gli imballaggi al +40% per le bottiglie, mentre le lattine hanno segnato +10%, i tappi +22%, i fusti di plastica +23%.
L'analisi
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti e del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana sulla base dei dati ISTAT nei primi sette mesi dell’anno, in occasione della Giornata nazionale della birra 100% Made in Italy che si celebra nella sede nazionale di Coldiretti a Roma con il Presidente Coldiretti Ettore Prandini, il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e forestale Francesco Lollobrigida e il Presidente del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana, il cuneese Teo Musso, titolare del birrificio agricolo Baladin.
In questo scenario è necessario sostenere i piccoli produttori di birra artigianale italiana – affermano Coldiretti e il Consorzio – con la stabilizzazione del taglio delle accise per non mettere a rischio un'intera filiera di alta qualità del Made in Italy con effetti sulla produzione, sui posti di lavoro e sui consumi. Fino ad ora i birrifici artigianali hanno assorbito quasi del tutto l’incremento dei costi e solo una piccolissima parte sta pesando sui prezzi al dettaglio. Ma se i costi non dovessero scendere – spiegano Coldiretti e il Consorzio – diverse aziende rischiano di chiudere definitivamente o di dover sospendere la produzione per almeno tentare di ridurre le perdite.
La costruzione di una filiera 100% Made in Italy per il luppolo, l’orzo e il malto come quella sostenuta da Coldiretti e Consorzio di tutela è quindi strategica per garantire da un lato l’alta qualità delle materie prime da usare e dall’altro le quantità necessarie alla produzione con investimenti in ricerca, macchinari, varietà coltivate creando un rapporto più solido tra i produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari.
Il sistema degli invasi
Fondamentale per la filiera della birra dal campo alla tavola è anche il sistema nazionale di invasi proposto dalla Coldiretti per conservare l’acqua quando è abbondante o addirittura troppa e la possa poi redistribuire ai campi e agli agricoltori nei periodi di maggiore siccità come quello appena affrontato la scorsa estate.
“La valorizzazione della filiera è il punto cruciale che la birra artigianale deve portare avanti in modo sempre più deciso per avere una forte identità sia sul mercato nazionale che come vero Made in Italy nel mondo contribuendo allo sviluppo di un comparto che ha bisogno di crescere” sottolinea Teo Musso, Presidente del Consorzio della birra italiana nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali della Penisola.
“Il successo della birra italiana dimostra la capacità innovativa dei nostri imprenditori di investire e conquistare nuovi settori valorizzando le qualità e la biodiversità del Made in Italy” afferma il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada nel sottolineare che “a fare da traino al successo della birra Made in Italy sono proprio quelle artigianali realizzate con ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto orientato sempre più verso un consumo di alta qualità con quasi un quinto del mercato realizzato da birre speciali ad alto valore aggiunto”.