Giorno della Memoria, Saluzzo ricorda l’Olocausto

Doppio appuntamento: visita alla sinagoga e a Teatro con “La Shoah dei bambini”.

Giorno della Memoria, Saluzzo ricorda l’Olocausto
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Domenica 27 gennaio 2019 ricorre il Giorno della Memoria, giornata commemorativa internazionale in ricordo dell’Olocausto, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

Il programma del Giorno della Memoria 2019 a Saluzzo

Ogni anno il Comune di Saluzzo intende celebrare la ricorrenza, d’intesa e in collaborazione con enti, associazioni e scuole; la cerimonia ufficiale è stata quindi fissata a lunedì 28 gennaio. sul sito del comune di Saluzzo è presente il programma dettagliato. Questi gli appuntamenti:

  • Ore 10,30 in Sinagoga: Momenti comuni di riflessione con interventi di Mauro Calderoni, Sindaco di Saluzzo; Mons. Cristiano Bodo, Vescovo di Saluzzo; Giuseppe Segre, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Torino.
  • Ore 11,30 appuntamento al Cimitero Israelitico

Appuntamento a Teatro

Infine martedì 29 gennaio 2019 dalle ore 10 presso il Cinema Teatro Magda Olivero andrà in scena il recital “La Shoah dei bambini” a cura del gruppo teatrale “Gli Instabili di Torino” in collaborazione con l’associazione “Monginevro Cultura”. Lo spettacolo è riservato alle Scuole cittadine.

Si tratta di un recital in cui si alternano testi, immagini e canzoni scritte ed eseguite da Giuseppe Novaira. Parte dei testi provengono dai diari inediti di Franca, Paola, Carla Perrini, figli di Laura Sacerdote, insegnante di lettere al Liceo di Saluzzo, licenziata nel settembre 1938 con l’entrata in vigore delle leggi razziali e salvatasi perché si nascose a Rore e a Sampeyre.

La sinagoga di Saluzzo

La sinagoga di Saluzzo è situata nell'attuale via dei Deportati Ebrei. Fu costruita alla fine del Settecento all'interno del ghetto e quindi ristrutturata nel 1832. Una lapide ricorda la donazione di 6000 lire di Mordechai Segre, che rese possibile il rifacimento, e il nome del rabbino officiante, "Ja'akov David, figlio di Jechiel Foà".  Altre lapidi, successivamente postevi, celebrano Carlo Alberto e il decreto di emancipazione del 1848.

Come tipico delle sinagoghe di ghetto, l'esterno è disadorno, privo di elementi distintivi. Un'iscrizione in ebraico corre in alto lungo tutto il perimetro della sala.

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