Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, ospite d'onore il ministro Boccia
Alluvione e Covid i due punti principali della cerimonia.
Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia ha inaugurato la 90esima Fiera internazionale
del Tartufo bianco d’Alba.
Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba
L’alluvione che ha messo in ginocchio vaste zone del Piemonte e il Covid sono stati i due argomenti principali dell'inaugurazione della "Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba", che si è svolta venerdì 9 ottobre, tra il Teatro Sociale Busca e il Mercato Mondiale del Tartufo nel cortile della Maddalena.
Il ministro Boccia è stato l'ospite d'onore
Ospite d'onore del taglio del nastro è stato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, arrivato ad Alba accompagnato dal ministro Paola Pisano, accolti dal presidente della Regione, Alberto Cirio, dal sindaco Carlo Bo, dalla presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena, dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, dalle massime autorità provinciali, dagli esponenti del mondo delle imprese (in prima fila Maria Franca Ferrero), dalle associazioni di categoria.
"Sono ormai mesi che viviamo nell’emergenza, prima solo con la mascherina, ora anche con gli stivali", ha affermato il presidente Cirio richiamando il maltempo di una settimana che fa ha provocato in Piemonte e nella Granda in particolare, e incassando dall’esponente del Governo l’impegno a intervenire prontamente per dare una risposta alla richiesta di risorse – un miliardo di euro – avanzata dalla Regione con la richiesta dello stato di emergenza
Il completamento della Asti-Cuneo
Il sindaco Bo ha puntato l'attenzione sul tema dell’Asti-Cuneo e del suo mancato completamento: "Noi non ci arrendiamo perché queste opere sono fondamentali. Decine di imprenditori lamentano la mancanza delle infrastrutture. Quello che chiedo sono risposte chiare. Il nostro territorio ha sempre dato e dato tanto e penso che in questo momento debba anche ricevere qualcosa".
Il ministro Boccia
"Lavoro e scuola – ha spiegato Boccia – sono i due pilastri che dobbiamo difendere dall’invadenza del Covid. Io non vorrei più nessun lockdown. Ma l’abbiamo fatto sapendo che stavamo difendendo vita e salute. Oggi siamo a 5mila contagiati, mentre altri Paesi toccano i 20mila: è evidente che c’è un meccanismo di circolazione più ridotto. Intanto le nostre reti sanitarie stanno tenendo bene, anche se lentamente stanno aumentando gli ingressi in ospedale. Questo non ci autorizza a non applicare il massimo rigore nel rispetto delle regole che ci siamo dati. I contagi aumenteranno, ma dobbiamo difenderci. E allora fermiamoci il meno possibile nelle cose necessarie, come la scuola e lavoro, e il più possibile rispetto alle attività ludiche".