Una 28enne di Cuneo vive con due terzi di un solo polmone, ma non rientra nei fragili per il vaccino
Un deficit polmonare pesante che però non rientra nelle categorie ministeriali: l'appello.
Il caso emblematico che ha fatto scattare il provvedimento della Regione Piemonte riguarda la storia di Sara, una giovane donna di San Rocco Castagnaretta in provincia di Cuneo: la 28enne ha un polmone asportato per intero e l'altro asportato per un terzo, un deficit polmonare pesante che però non rientra nelle categorie ministeriali dei fragili per il vaccino anti-Covid. L'assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi:
"Abbiamo costituito un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non espressamente compresi nell’elenco delle categorie con priorità vaccinale. Una soluzione che consentirà di superare un limite della burocrazia".
Un caso emblematico
La soluzione adottata dal Comitato tecnico scientifico dell'Unità di Crisi della Regione Piemonte è arrivata dopo che la mamma di Sara, giovane 28enne di San Rocco Castagnaretta in provincia di Cuneo con un gravissimo deficit polmonare, ha voluto lanciare un appello alle Istituzioni regionali e nazionali circa il fatto che la figlia, con una situazione sanitaria molto delicata, non rientrasse nelle categorie ministeriali dei fragili per il vaccino anti-Covid.
La donna aveva sottolineato come la malattia della figlia, non rientrando nelle quattordici categorie che individuano le persone "estremamente vulnerabili", non le consente di accedere alla prenotazione per la vaccinazione anti-Covid. Per Sara, considerato il fatto che vive con due terzi di un solo polmone, il rischio di contrarre il coronavirus è quindi estremamente elevato.
La soluzione della Regione
Il caso di Sara, così come per tutti gli altri simili, hanno condotto la Regione Piemonte ad adottare una soluzione che permetterà di superare un limite della burocrazia. E' stato costituito infatti, nel corso della giornata di ieri, venerdì 16 aprile 2021, dal Comitato tecnico scientifico dell'Unità di Crisi regionale, un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non espressamente compresi nell’elenco delle categorie con priorità vaccinale.
"L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è di autorizzare la vaccinazione di quelle persone che pur manifestando condizioni di salute di estrema gravità, non risultano formalmente appartenere a nessuna delle categorie con priorità previste dal Ministero. Si tratta purtroppo di casi di una certa frequenza, su cui i medici di medicina generale vengono a trovarsi in difficoltà, in quanto non supportati da oggettivi riscontri giuridici che li sollevino da responsabilità nel caso di eventuali vaccinazioni che potrebbero essere considerate 'arbitrarie', vale a dire al di fuori delle categorie indicate dai decreti nazionali".
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D'ora in poi, quindi, i casi considerati “dubbi” verranno segnalati dai medici di medicina generale al commissario straordinario dell’Area giuridico legale dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, il quale li sottoporrà, a seconda delle patologie evidenziate, al Gruppo del Comitato tecnico scientifico competente, che, a stretto giro, si esprimerà sulla legittimità della vaccinazione, autorizzandone o meno l’esecuzione.
"Attraverso il Comitato tecnico scientifico - afferma Antonio Rinaudo - siamo intervenuti immediatamente per dare la giusta interpretazione e la giusta collocazione alla patologia di cui è portatrice la signora, garantendole un’immediata vaccinazione che non avrebbe potuto avere luogo se si fosse seguito rigidamente il protocollo sanitario indicato nella Tabella 1 della categoria 2 delle Raccomandazioni ad interim del Ministero della Salute"