Tragedia in alta montagna

Travolto da una valanga in Valle d'Aosta: scialpinista cuneese perde la vita a 49 anni

Vittima della slavina è Davide Giletta di Borgo San Dalmazzo.

Travolto da una valanga in Valle d'Aosta: scialpinista cuneese perde la vita a 49 anni
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Una vera e propria tragedia avvenuta nel corso del pomeriggio di ieri, domenica 30 maggio 2021, in Valle d'Aosta ad un'altitudine di 2.700 metri, poco lontano dal rifugio Nacamuli. A perdere la vita è stato lo scialpinista cuneese Davide Giletta, 49 anni, travolto da una valanga.

IL VIDEO:

(Video da: Massimiliano Riccio)

Travolto da una valanga in Valle d'Aosta

Stava completando con una compagna un’uscita con i ramponi quando una valanga li ha travolti entrambi. A perdere la vita in Valpelline (Valle d'Aosta), come racconta "Aosta Sera", è stato Davide Giletta, 49 anni, scialpinista cuneese di Borgo San Dalmazzo. Una tragedia verificatasi nel corso del primo pomeriggio di ieri, domenica 30 maggio 2021, poco lontano dal rifugio Nacamuli, a quota 2.700 metri.

La dinamica dell'incidente

Una slavina da un centinaio di metri di fronte, corsa per una cinquantina di metri, dovuta con tutta probabilità all’instabilità del manto conseguente alle temperature elevate in quota. Lei è riuscita a rialzarsi, mentre lui è finito sotto due metri di neve. L’amica lo ha individuato con l’Artva, ha provato a scavare, ma la compattezza della massa glielo ha reso impossibile. Non le è rimasto altro da fare che cercare una zona di copertura del telefono, camminando in discesa per quasi due ore, e dare l’allarme.

Sul posto, attorno alle 15.45, è arrivato l’elicottero con i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano, i militari della Guardia di finanza e le unità cinofile a bordo per le ricerche. Estratto il corpo, per Davide Giletta non c’era purtroppo più nulla da fare. La salma è stata portata ad Aosta, per le operazioni di riconoscimento e di polizia giudiziaria conseguenti all’incidente. Il medico legale ha già compiuto il riscontro esterno del cadavere. Nel frattempo, i finanzieri hanno raccolto la testimonianza dell’escursionista illesa.

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Il loro itinerario prima della tragedia

I due erano saliti al Nacambuli nella giornata di sabato 29 maggio 2021, pernottando là. Attorno all’1.30 di notte si erano messi in marcia, superando il col Collon, diretti ai 3.716 metri dell’Evêque, cima in territorio svizzero. Sono giunti in vetta attorno alle 9 di ieri mattina. Nei loro programmi (l’escursione era stata preparata con attenzione ed entrambi erano ben equipaggiati) c’era di essere di ritorno, al rifugio in cui avevano dormito, attorno alle 12, ma probabilmente la stanchezza e il manto nevoso meno solido dell’andata li hanno rallentati.

Si erano resi conto del ritardo, ma non hanno potuto fare altro che continuare a scendere. Quando erano davvero molto vicini al Nacamuli, impegnati in un “traverso”, la valanga ha invaso il versante. Lei è riuscita a restare ai margini della massa, senza finire sotto. Lui, che in quel passaggio si trovava più a favore del fronte, è stato seppellito dalla neve. Il fatto che in quella zona la copertura sia inesistente (chi c’è stato racconta che non c’è quasi segnale gps, figurarsi telefonico) ha completato la tragedia.

LE IMMAGINI DEL RECUPERO:

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