Cherasco

Si faceva pagare fino a 3500 euro per i permessi di soggiorno: arrestata

Su di lei pende l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di numerosi cittadini albanesi irregolari

Si faceva pagare fino a 3500 euro per i permessi di soggiorno: arrestata
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La Polizia di Stato della Questura di Cuneo nell’ambito di un’articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, ha eseguito nella mattinata di oggi, 3 dicembre 2024, un’ordinanza di applicazione della misura di arresti domiciliari a carico di una cittadina italiana, titolare di un C.A.F. ubicato a Cherasco, per il reato di favoreggiamento della permanenza sul territorio nazionale di numerosi cittadini albanesi irregolari, al fine di trarre ingiusto profitto.

Immagine di repertorio

Si faceva pagare per i permessi di soggiorno

In particolare le indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Cuneo si sviluppavano, a partire dal mese di luglio scorso, dopo accertamenti svolti dall’Ufficio Immigrazione, su numerose richieste di permessi di soggiorno per motivi di lavoro e di ricongiungimento familiare, inoltrati da cittadini albanesi attraverso kit postali, al cui interno erano inseriti documenti non idonei all’ottenimento dei permessi.

In considerazione di quanto emerso il Questore della Provincia di Cuneo, sulla base dell’istruttoria svolta dall’Ufficio Immigrazione, emetteva decreti di rigetto delle richieste dei permessi di soggiorno a carico dei richiedenti, le cui pratiche risultavano tutte riconducibili al C.A.F. sito in Cherasco, intestato alla cittadina italiana di 64 anni, destinataria della misura coercitiva.

Il modus operandi della donna

Le indagini, svolte anche con supporti tecnici ed escussioni testimoniali degli stranieri coinvolti, consentivano di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato contestato e alle relative aggravanti, a carico della suindicata titolare del C.A.F. di Cherasco la quale, dietro compenso di denaro per somme tra 1.500 e 3.500 euro in contanti, nel solo periodo dell’indagine, aveva istruito e trasmesso 97 kit postali, dei quali 70 per la richiesta del permesso di soggiorno per motivi familiari e 27 per motivi di lavoro subordinato, in totale assenza dei requisiti basilari, previsti dalla legge.

Il Questore della provincia di Cuneo, in relazione all’operazione di P.G. coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, ha evidenziato l’importante sinergia tra l’Ufficio Immigrazione e la Squadra Mobile della Questura di Cuneo, che ha consentito di individuare modalità di favoreggiamento della permanenza clandestina sul Territorio Nazionale di numerosi cittadini stranieri, da parte della titolare di un C.A.F. che, senza avere i requisiti professionali, gestiva una vera e propria agenzia di affari, lucrando, con ingiusto profitto, elevate somme di denaro ai danni degli stranieri che chiedevano assistenza.

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