Protesta contro i finti hamburger, Coldiretti Cuneo chiede maggiore trasparenza
La denominazione "veggie burger" ingannerebbe il 93% dei consumatori che in Italia non segue quel regime alimentare.
Protesta contro i finti hamburger, Coldiretti Cuneo chiede maggiore trasparenza. I “veggie burger” sfruttano impropriamente nomi come salsiccia, hamburger o mortadella e questo non fa altro che alimentare l’inganno ai danni del 93% dei consumatori che in Italia non seguono un regime alimentare vegetariano o vegano.
Protesta contro i finti hamburger, Coldiretti Cuneo chiede maggiore trasparenza
In questo modo parla Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo:
“Il perdurare di una situazione di incertezza rappresenta purtroppo un favore alle lobbies delle multinazionali che investono sulla carne finta, vegetale o creata in laboratorio puntando su una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che quei prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne”.
Il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, sostiene la necessità di regolamentare con trasparenza sull'etichetta il consumo di nuovi prodotti che sono entrati a far parte della spesa degli italiani senza equivoci che rischiano di limitare la libertà di scelta dei consumatori:
"Permettere a dei mix vegetali di utilizzare la denominazione di “carne” significa favorire prodotti ultra-trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima".
Le dichiarazioni della Corte di Giustizia europea
A supportare la necessità di una legge nazionale in materia, sull’esempio francese, c’è il fatto che la Corte di Giustizia europea si è già pronunciata in passato sul fatto che i prodotti puramente vegetali non possono essere commercializzati con denominazioni come “latte”, “panna”, “burro”, “formaggio” o “yogurt”, che il diritto UE riserva ai prodotti di origine animale, anche se tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione, con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italiano.
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