Procreazione assistita: il Piemonte alza il limite d'età
Il Piemonte porta da 43 a 46 anni il limite di età della donna per accedere alla procreazione assistita fornita dal servizio sanitario regionale.
Dopo il recente decreto commissariale del Presidente De Luca in Campania sulla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), la normativa della regione Sardegna sull’eterologa, anche il Piemonte procede con una normativa idonea per l’accesso alla PMA che prevede un limite di età di 46 anni per l’accesso legato a quanto previsto nei LEA.
Procreazione assistita
“Come avevo già preannunciato qualche settimana fa in Consiglio regionale, il Piemonte innalzerà a 46 anni d’età il limite per l’accesso alla Procreazione medicalmente assistita, come per altro è previsto dai nuovi Lea non ancora applicati dal Governo”.
Lo dichiara l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta a proposito dell’accesso alle prestazioni di fecondazione assistita nella nostra regione.
Necessaria uniformità nazionale
“Anche in qualità di coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni credo sia corretto che su questi temi si proceda in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale – continua l’assessore Saitta –. Tuttavia, ho sollecitato più volte il Governo ad adottare un decreto sulle tariffe massime delle prestazioni specialistiche, che consentirà la piena entrata in vigore dei nuovi Lea in tutto il territorio nazionale”.
Aspettando il Governo…
“In assenza di riscontri da parte del Ministero – aggiunge Saitta – come Giunta regionale anticiperemo l’erogazione delle prestazioni di PMA, come è già stato fatto in altre regioni, in particolare in Emilia Romagna”.
Inoltre, il limite identificato per l’accesso alla PMA nei LEA è in contrasto con la legge 40 che prevede l’accesso alla copia in età potenzialmente fertile, condizione che può variare da coppia a coppia. Si ricorda che prima della legge 40 la comunità scientifica aveva indicato come limite massimo 50 anni di età.
Alzare il numero di tentativi da tre a sei cicli
Soddisfazione è stata espressa dall'assessora Monica Cerutti e dalla consigliera regionale Nadia Conticelli, la quale alza l'asticella:
"Ora si estenda il servizio anche alla fecondazione eterologa"
“Inoltre - spiega la consigliera regionale Nadia Conticelli - è previsto di alzare il numero di tentativi dai tre di oggi a sei cicli. È un ulteriore tassello per garantire alle famiglie e alle donne il diritto alla procreazione , anche se restano alcune rigidità nel nostro sistema sanitario, in particolare legate alla fecondazione eterologa”.