CUNEO

Preso a calci perchè gay: vittima un giovane 30enne della Valtellina

Arcigay: "Le discriminazioni omolesbobitransfobiche sono un male sommerso perchè troppo spesso riducono al silenzio"

Preso a calci perchè gay: vittima un giovane 30enne della Valtellina
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Nelle prime ore di domenica mattina (19 febbraio 2023) un ragazzo nato in Valtellina (ma residente a Torino) è stato insultato, aggredito alle spalle e preso a calci, in un vile atto di omofobia a Cuneo. A raccontare quanto accaduto è stata la stessa vittima, Dimitri Gadaldi, con un video su Instagram.

Il post su social: 

"Aggressione omofoba a Cuneo. Purtroppo questa notte sono stato vittima di un'aggressione omofoba a Cuneo. Giorgiameloni grazie per rendere tutto questo ancora possibile!!"

Il commento di Arcigay Grandaqueer LGBT* A.P.S:

"Abbiamo appreso della violenza il pomeriggio attraverso instagram, dove ci ha raggiunto con un messaggio e un video in cui, uscito dal Pronto soccorso, denunciava quanto avvenuto. Una violenza gratuita e codarda, che macchia questo territorio, in un circolo vizioso che alimenta la vergogna. Le discriminazioni omolesbobitransfobiche sono un male sommerso perchè troppo spesso riducono al silenzio, ad arrendersi, ad avere paura quando usciamo di casa. Ringraziamo Dimitri e il suo coraggio, perchè denuncia riconquistando gli spazi a cui molte persone sono costrette a rinunciare, per colpa di individui intrisi di odio e paura.

La città di Cuneo è nodo della rete anti discriminazioni: un servizio della Regione Piemonte dedicato a chi ha subito violenza da discriminazione, fornendo informazioni e prese in carico per segnalazioni e denunce. Arcigay Grandaqueer, con altre associazioni distribuite sul territorio, ne è un punto informativo. Il Pride, il nostro Orgoglio, è da coltivare giorno per giorno, come dimostra Dimitri, e la forza che ha avuto nel reagire. Ti invitiamo, se vuoi,  - continua Arcigay - a sfruttare questo strumento: possiamo combattere le discriminazioni, anche per quelle persone che non riescono a trovare la voce. Solo insieme potremo costruire una società in cui questa forza non sarà più necessaria".

Il video della vittima:

 

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Un post condiviso da Dimitri Gadaldi (@dimitri.gadaldi)

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