Poliziotto aggredito e ferito nel carcere di Cuneo
Aveva solamente invitato il ristretto a rientrare in cella
Ancora aggressioni al carcere di Cuneo, un poliziotto penitenziario riceve un pugno da un detenuto tra mento e collo ed è obbligato alle cure del locale nosocomio, e obbligato a mettere il collare. Un'aggressione gratuita dove il poliziotto aveva solamente invitato il ristretto a rientrare in cella.
Poliziotto aggredito e ferito nel carcere di Cuneo
"Lo stesso detenuto - si legge in una nota di UILPA POLIZIA PENITENZIARIA CUNEO - si ripete: alcuni poliziotti cercano di mediare con il detenuto, ma di tutta risposta il ristretto di origine marocchina prima spacca alcuni armadietti in dotazione alla cella e nel riportarlo alla calma lesagitato ed intervenendo professionalmente altri due poliziotti penitenziari si fanno male uno alla schiena cadendo a terra e l'altro alla spalla, portati tutte e due anche loro all'ospedale per le cure del caso. A tutti i tre i poliziotti penitenziari vengono dati 15 gg a testa di prognosi
Stiamo perdendo uomini a forza di aggressioni visti i recenti accadimenti non solo quello di ieri sera e nessuno interviene...siamo abbandonati! Chiediamo ai vertici del ministero che ci venga dato l'uso del taser come per le altre forze dell'ordine".
La posizione del sindacato
"Siamo stanchi di questa situazione. Cosa dobbiamo arrivare al morto? Troppe le aggressioni in danno di operatori penitenziari e il poliziotto inevitabilmente è esposto a fattori di rischio senza concreta possibilità di poter difendere la propria incolumità fisica. - E attraverso le parole del delegato locale Diego Bottin la UILPA PENITENZIARIA Cuneo spiega la sua posizione: "Noi come sindacato – prendiamo atto che tramite i mass-media, il garante dei detenuti e Antigone denunciano legittimamente le condizioni di vita dei reclusi, ma sembra che il vero problema non si voglia affrontare, giacchè pare che si cerca di responsabilizzare soltanto chi ha l’onore di custodire persone detenute, probabilmente anche malate.” "Noi con ci stiamo più a questa guerra al massacro verso la Polizia Penitenziaria accusata di essere il male di tutto il sistema carcere, quando è provato che la mancanza di sinergia tra chi è deputato a garantire le esigenze di sicurezza, rispetto a quei detenuti che hanno la necessità di cure sanitarie e la necessità di una vigilanza particolare, in strutture non idonee, sta innalzando pericolosamente il livello di aggressioni verso chi nelle trincee penitenziarie, con il rischio che, di questo passo, potrebbe scapparci addirittura il morto.”
Sembra che tutto ad un tratto la polizia penitenziaria sia diventata incapace a lavorare, in quanto non riesce più ad eseguire i propri compiti istituzionali con la necessaria sicurezza e tranquillità – aggiunge la UILPA-. A causa delle fragilità della legislazione vigente, sommata ad una certa ventata di qualunquismo mediatico. Tutto questo espone il personale ad essere denunciato se usa la forza per contenere un esagitato. E se non interviene ha la certezza di essere ferito dal detenuto in escandescenza”.