Multa di 50.000 euro al cinese che gestisce la sala scommesse
La Guardia di Finanza ha controllato le segnalazioni su presunti riciclaggi ed ha sanzionato pesantemente il responsabile del locale.
Super-multa di 50.000 euro a un cinese che gestisce la sala giochi e scommesse: è il risultato di un'operazione di approfondita verifica portata avanti dalla Guardia di Finanza di Cuneo (Tenenza di Ceva per la precisione).
Costante l’azione delle Fiamme Gialle della “Granda” a contrasto di tutti gli illeciti economico-finanziari sul territorio di competenza. Nell’àmbito dei quotidiani servizi operativi, di particolare rilevanza sono quelli finalizzati a prevenire l’utilizzo del sistema finanziario a scopi di riciclaggio. In particolare, i militari della Tenenza di Ceva hanno eseguito una serie di controlli sviluppando le cosiddette segnalazioni sospette originate da altre ispezioni come verifiche fiscali. Nell’àmbito di tale attività, i finanzieri cuneesi hanno portato a termine un’attività nei confronti di un soggetto di etnìa cinese, da tempo residente nel territorio, gestore di una sala giochi e scommesse.
Dal controllo è emerso che il medesimo dal 2016 al 2018 ha sistematicamente omesso l’adempimento degli obblighi di adeguata verifica previsti dalla normativa antiriciclaggio (Decreto legge numero 231 del 2007). Il gestore di queste sale slot e scommesse dovrebbe (in teoria) identificare i clienti e trasmettere la relativa documentazione al Ministero delle Finanze. Il cinese invece non ha trasmesso la prevista documentazione relativamente a 300 operazioni per un importo complessivo di 350mila euro. I militari, per le violazioni riscontrate, hanno elevato un verbale con sanzioni fino a 50.000 euro.
Così il comunicato ufficiale delle Fiamme Gialle sulla vicenda del cinese multa to per 50.000 euro:
"I controlli di questo tipo rientrano nel monitoraggio dei flussi finanziari che il Corpo esegue per individuare i capitali di origine illecita, prevendo e contrastando forme di riciclaggio in grado di inquinare l’economia legale e di alterare le condizioni di concorrenza".
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