Monte Bianco, quel confine tra Italia e Francia che fa discutere
Chamonix e Saint Gervais, hanno emesso un’ordinanza congiunta di divieto anche sulla zona che ricade sotto la sovranità italiana.
La questione del confine fra Italia e Francia sulle pendici del Monte Bianco continua a far discutere. Ultimo appiglio per la scalata delle polemiche, il provvedimento dell'Alta Savoia di vietare alcune attività (pericolose) sulle pareti del monte più alto d'Europa. Come riporta PrimaTorino.it
Divieto esteso al territorio italiano
Chamonix e Saint Gervais, due Comuni sul versante francese, hanno emesso un’ordinanza congiunta di divieto anche sulla zona che ricade sotto la sovranità italiana. In particolare si tratta del Rifugio Torino, della Punta Helbronner e di una parte della Skyway, la funivia che sale verso la vetta. Atto d'imperio, quello dei due Comuni francesi, che ha fatto saltare la mosca al naso dei sovranisti.
L'interrogazione parlamentare
In particolare una interrogazione ufficiale del parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida, poi fiancheggiato dalla leader Giorgia Meloni che ha tuonato contro questi provvedimenti. Ma i francesi non demordono e due settimane fa hanno emesso una direttiva (Prefettura dell’Alta Savoia) a tutela del massiccio. Anche qua, finalità positive e condivisibili all'insegna dell'ambiente. Ma la questione - confini getta ombre molto lunghe.
Gli Enti montani: "No a forzature"
Ma l'Unione nazionale dei Comuni di Enti montani (Uncem) getta acqua sul fuoco.
"Il confine fra Italia e Francia è sullo spartiacque. Ce lo insegna Annibale Salsa (Antropologo ed ex-presidente del Club Alpino Italiano), ce lo insegnano tutti i geografi. Spostare i confini sul monte Bianco, più avanti o più indietro, non è in linea con la storia e con i Trattati sottoscritti negli ultimi tre secoli. Non ci servono polemiche ma azioni che permettano più turismo green e che rispetti i limiti delle montagne, fragili e da proteggere. Le Alpi sono cerniera d'Europa e non barriera. Non solo luogo di scontri. Non si cerchino forzature unilaterali degli Stati. Lavoriamo insieme su politiche per le montagne e per le comunità che le vivono efficaci e durature".