La banda del rame non brilla più

Arrestati per associazione a delinquere imprenditori che si rifornivano dai rom.

La banda del rame non brilla più
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Setacciavano il territorio per cercare rame da rubare, che poi veniva venduto ad aziende compiacenti. Erano rom i fornitori ufficiali della banda del rame.

Indagine durata un anno

L'indagine condotta dai carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora per oltre un anno ha permesso di portare alla luce il lucroso traffico. Il materiale rubato dai rom finiva ad una ditta di Cherasco. Qui il prezioso metallo veniva reimmesso sul mercato attraverso la ricettazione.  Ovviamente ricettatori e acquirenti erano ignari di essere ascoltati dai carabinieri.

Piccoli imprenditori

Grazie  a intercettazioni telefoniche e telecamere il meccanismo truffaldino è stato smantellato. A finire in cella non sono stati però i ladri accampati un un campo rom, ma alcuni piccoli  imprenditori che si occupavano di ricettazione. Sono stati effettuati dieci arresti, per due si sono aperte le porte del carcere, mentre otto sono ai domiciliari. Arrestati G.M., 57 anni, e la moglie P.B., 56 anni, residenti a Cantalupa, titolari dei due società.

Provvedimento cautelare anche per la segretaria. Agli arresti domiciliari sono finiti i clienti S.M., 38 anni, amministratore di una ditta di Candiolo, B.P., 61 anni, amministratore di un'azienda di Moncalieri; A.C., 49 anni, socio accomandatario di una ditta di Pinerolo. Un'impresa criminale in piena regola con adeguata copertura da attività apparenetmente regolare o, meglio, parallela  a quella ufficiale.

Associazione a delinquere

Agli imprenditori, ai tre dipendenti e alla  segretaria viene contestata l’associazione a delinquere. La «Piscina Recuperi» è stata sottoposta a sequestro preventivo dai carabinieri, in esecuzione del provvedimento firmato dal gip.  I miliatri hanno documentato furti per 44mila metri di cavi di rame, per un valore che si aggira sul mezzo milione di euro. I furti sono stati 15 compiuti in tutta Italia.

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