Il rapper di Cervasca nel team di Morgan a “The Voice”

Diablo è il suo nome d'arte e riflette la parte più tormentata e difficile del giovane artista.

Il rapper di Cervasca nel team di Morgan a “The Voice”
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Successo  inaspettato per 'diablo' il repper di Cervasca (Cn) , e dire che il ragazzo non er amolto intenzionato a partecipare alla trasmission"The Voice", ora deve ringraziare la mamma che lo ha sempre sostenuto.

Il rapper di Cervasca

Un successo inaspettato per Dominique Chillè Diouf, 18 anni, in arte «Diablo», rapper di Cervasca e rivelazione della nuova edizione di "The Voice" condotta da Simona Ventura su RaiDue.

«Il primo concerto l’estate scorsa, al Metropolis di Caraglio: c’erano una ventina di persone. Il secondo a una festa tra amici, agli ex Lavatoi di Cuneo: una sessantina di persone. A ottobre, ho cantato alla festa di Halloween al Palasport di Boves: 1.500 persone. Ora questo successo, inaspettato. E dire che non ci volevo neanche venire. Mi ha convinto mia mamma».

Oltre 1 milione di visualizzazioni su Youtube

All’audizione, si è presentato con il brano inedito «Baby» e la sua esibizione sta volando su YouTube: 1.270.000 visualizzazioni, ai primi posti dei video più visti sulla piattaforma. Nel programma, la sua performance ha conquistato tutti i coach. Alla fine è stato Morgan ad assicurarselo per il suo team, grazie anche al «blocco» di Guè Pequeno, secondo le regole del talent show (permette di «interdire» per tempo un collega temuto).

Chi è 'Diablo'

Dominique è nato a Roma, all’ospedale San Camillo, il 20 giugno 2000. Non ha mai conosciuto quello che lui chiama «il mio padre biologico» e di cui non ha mai rivelato il nome.

"Io e mamma abitavamo in un convento di suore a Roma. Poi ci siamo trasferiti a Caraglio dalla nonna. È diventata la nostra famiglia. Mamma ha fatto tanti lavori per mantenerci, poi ha conosciuto a Cuneo il mio vero papà, che non mi ha mai fatto mancare nulla, Ambrogio Chillè. Ecco perché ho due cognomi"

Alla musica, Diablo si è appassionato fin da bambino, ascoltando il pop e Michael Jackson. Poi la scoperta del rap grazie a Eminem, Kanye West, artisti italiani come Gemitaiz, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Tedua.

«La musica è fondamentale nella vita, una sorta di ancora di salvataggio. Mi ha sempre tranquillizzato e fatto credere in qualcosa». E sullo pseudonimo di Diablo: «Da piccolo non ero cattivo, ma mi chiamavano diavoletto, perché ne combinavo una dopo l’altra. Questo nome d’arte riflette la parte più tormentata e difficile di me. Lo utilizzo per dare importanza alla personalità della musica, tirare fuori tutto quello che ho dentro e trasmetterlo». Ha studiato solfeggio, chitarra, pianoforte, adora ballare e scrive tutti i giorni: centinaia di canzoni originali.

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