Furto d’arte: ritrovati dai Carabinieri i quadri da 100.000 euro rubati vent’anni fa
I militari hanno controllato le vendite online e le aste di antiquariato scovando un annuncio sospetto, da qui è partita l'indagine.
Risolto un clamoroso caso di furto d’arte: recuperate dai Carabinieri le preziose tele trafugate da un castello. Torneranno a impreziosire le stanze di un suggestivo castello a Moretta, in provincia di Cuneo, le cinque grandi opere pittoriche che i Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino hanno restituito ai legittimi proprietari, dopo essere state sottratte agli inizi del 1998 da una banda di ladri specializzati.
Raffigurano la “Vita di Mosè”
ECCO DA DOVE E' STATO RUBATO:
Come riporta "Prima Torino", le tele di epoca settecentesca, raffiguranti episodi della Vita di Mosè, furono commissionate all’artista Francesco Antoniani al servizio di Casa Savoia, per la decorazione di alcune stanze di rappresentanza della prestigiosa dimora. Un furto d'arte in piena regola: le opere erano state asportate, insieme ad altri beni d’arte, da abili ladri che, introducendosi dal fossato posto anticamente a difesa del castello, hanno divelto le robuste inferriate e neutralizzato il sistema d’allarme, agendo così indisturbati nella notte. Un furto alla Arsenio Lupin, per intendersi… All’epoca dei fatti il furto fu quantificato in oltre 160 milioni di lire dell’epoca, che equivalgono a più di 100.000 euro di oggi. Nonostante il lungo tempo trascorso, nel 2019 le cinque tele erano state individuate dai militari specializzati del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nel corso dei controlli periodici condotti sui siti delle case d’asta e su quelli dedicati al commercio antiquariale.
Il database delle opere rubate
L’individuazione dei dipinti ha consentito quindi di avviare un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, che ha permesso di ricostruire il passaggio dei dipinti che erano riemersi nel mercato con una falsa identità, messi in vendita a seguito di un lascito ereditario di un antico possessore senza alcuna documentazione che comprovasse la legittima provenienza. L’immediata azione da parte dei Carabinieri ha permesso di accertare la provenienza illecita delle opere, consentendone un sicuro recupero che, nel caso di un’esportazione all’estero, sarebbe stato quasi impossibile.
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L’indagine testimonia come le verifiche e gli accertamenti svolti dai Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, può condurre anche a distanza di molto tempo alla ricomposizione di importanti collezioni d’arte, con la restituzione ai legittimi proprietari di preziosi beni.