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Terremoto Turchia, nell’ospedale da campo è nato il 23esimo bimbo

Cirio: “Il Piemonte ha buon memoria: quando abbiamo avuto bisogno siamo stati aiutati”

Terremoto Turchia, nell’ospedale da campo è nato il 23esimo bimbo
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“Il Piemonte non può che essere orgoglioso dello straordinario lavoro dei suoi sanitari e volontari della Protezione civile impegnati nell’ospedale da campo Emergency medical team type 2 (Emt2) della Regione Piemonte ad Antiochia”.

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, al rientro dalla missione ad Antiochia, dove sabato sera il presidente della Regione Alberto Cirio ha siglato con le autorità turche l’intesa per la cessione dell’ospedale da campo Emt2 della Regione Piemonte che l’Italia ha donato alla Turchia.

La gratitudine

Nella cerimonia di consegna dell’ospedale alla Turchia, l’ambasciatore e i rappresentanti del governo turchi, così come il capo Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio hanno avuto espressioni di estrema gratitudine e stima per il team piemontese coordinato da Mario Raviolo:

“Molti cittadini - dichiara Icardi - sono venuti personalmente ad abbracciare i sanitari che li hanno curati. Sono stati momenti di grande commozione. In queste prime settimane, l’ospedale da campo ha prestato assistenza a più di tremila persone, con una media di 200 accessi giornalieri al Pronto soccorso, alla pari di un DEA di secondo livello, come Cuneo o Alessandria. Un risultato straordinario, ottenuto in condizioni di massima emergenza. Adesso, il nostro personale è impegnato nell’attività di integrazione dei sanitari turchi che prenderanno in carico l’ospedale. Contiamo di rimanere in Turchia ancora un paio di settimane, ma se sarà necessario non avremmo difficoltà a reintegrare nuovamente l’organico”.

“La scorsa notte, poco dopo la nostra partenza, al nostro ospedale da campo è nato il ventitreesimo bambino: un segnale di luce e speranza in una terra duramente colpita dal terremoto. Insieme a quello degli americani il nostro è l’unico ospedale attivo nella zona di Antiochia. I volontari della protezione civile, i medici e gli infermieri del Piemonte sono stati i primi ad arrivare in Turchia e questo deve inorgoglire tutti i piemontesi”, spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che durante la visita all’ospedale ha incontrato, oltre al personale sanitario e i volontari della protezione civile, anche i pazienti in cura e i rappresentanti delle istituzioni locali, portando la vicinanza di tutta la Giunta regionale e dell’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi.

“Il Piemonte - prosegue Cirio - ha buona memoria: quando ha avuto bisogno, e penso all’alluvione del 1994, e ai mesi più duri della pandemia Covid, siamo stati aiutati e quindi facciamo la nostra parte, aiutando la popolazione turca, ma l’avremmo fatto e lo faremo in qualsiasi posto del mondo perché la forza di una comunità sta nella sua capacità di essere solidale”.

La delegazione istituzionale della Regione era accompagnata dal coordinatore della missione Mario Raviolo e da Giuseppe Guerra, direttore generale dell’Asl Cn1 presso la quale è formalmente “incardinato” l’Emt2. Con loro hanno viaggiato 60 sanitari e 9 addetti alla logistica che sono andati a dare il cambio ai loro colleghi operativi nell’ospedale da campo, a loro volta rientrati in Piemonte domenica mattina.

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