Siccità, estate 2022 tra le più secche degli ultimi 65 anni
Il lago Maggiore, nel mese di agosto, ha registrato una diminuzione media del livello di circa 30 cm all’idrometro di Pallanza e presenta un volume invasato disponibile di poco superiore al 10%.
Ad un inizio d’estate leggermente sotto media in Piemonte per quanto riguarda le precipitazioni (-20%), ha fatto seguito un mese di luglio decisamente secco su gran parte del territorio regionale (-45%) salvo qualche area del basso cuneese, dove le piogge sono risultate nella norma rispetto alla climatologia 1991-2020. L’estate si è quindi chiusa con un mese di agosto particolarmente instabile e i frequenti temporali hanno fatto in modo che la pioggia media del mese sia risultata lievemente al di sopra della media (+5%), soprattutto nei bacini occidentali di cuneese e torinese.
In totale, nell’estate 2022, sono caduti in Piemonte circa 195 mm medi di pioggia a fronte di una norma climatica stagionale di 239 mm, quindi con un deficit totale pari a circa il 18% rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni.
Estate 2022, tra le più secche
L’estate 2022 è risultata comunque una delle 15 più secche degli ultimi 65 anni. Considerando i dati sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino, la precipitazione media totale da inizio anno è ancora ben al di sotto della norma del trentennio di riferimento 91-20 (al di sotto del 5° percentile) con uno scarto totale a fine estate pari al 41%.
Le anomalie negative di pioggia in questa stagione non sono state uniformi sul Piemonte, ma il deficit più pronunciato si è osservato nella parte centro-settentrionale della regione mentre nel Cuneese gli apporti temporaleschi del mese d’agosto hanno ridotto il gap con le medie climatiche.
Se sulla scala trimestrale le frequenti piogge convettive sono riuscite a riportare nella classe di normalità (anche se tendente al secco) gran parte della regione, come illustrato dalle mappe di SPI a 3 mesi, la situazione sul medio e, soprattutto, sul lungo periodo, continua a mostrare condizioni diffuse di siccità tra severa ed estrema nella sua quasi totalità.
Fanno eccezione i bacini montani del cuneese che, grazie alle precipitazioni più diffuse e continue del mese di agosto, presentano una situazione meno severa dal punto di vista della siccità meteorologica (SPI12 mesi).
Reticolo idrografico in sofferenza nonostante le piogge
Nonostante gli apporti pluviometrici di questo mese, le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario continuano ad essere critiche e presentano importanti scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento, soprattutto nei bacini meridionali dove Tanaro e Stura di Demonte registrano scarti superiori al 70%.
Lungo l’asta del Po la situazione è leggermente migliorata rispetto al mese scorso, infatti si registrano scarti negativi compresi tra poco meno del 40% e poco più del 50% alla sezione di chiusura del Po piemontese (Isola S.Antonio) che a fine luglio era a -70%.
Facendo riferimento ai deflussi misurati dai principali idrometri gestiti da Arpa Piemonte e contenuti nel B.I.S. (Bollettino Idrologico di Sintesi) la persistente situazione critica è evidenziata dal numero di stazioni che registrano, giorno per giorno, portate inferiori ai valori di magra negli ultimi 6 mesi. Nel mese di agosto la percentuale di stazioni con portata inferiore al valore di magra è stata superiore all’80% per tutta la prima metà. Le precipitazioni della terza settimana hanno determinato una ripresa dei deflussi ed una diminuzione della percentuale fino al 40%. Tuttavia tale ripresa si è rivelata solo temporanea, attualmente le stazioni in situazioni di magra sono il 68%.
Il lago Maggiore, nel mese di agosto, ha registrato una diminuzione media del livello di circa 30 cm all’idrometro di Pallanza e presenta un volume invasato disponibile di poco superiore al 10%.
Per i bacini artificiali la capacità di invaso, alla data del 31 agosto, risulta pari a 114 milioni di mc, corrispondente al 29% del valore massimo teorico complessivo.
Situazione delle falde
L’analisi dei valori dei piezometri, che attualmente forniscono dati in tempo reale, mostra come nei rispettivi acquiferi superficiali si registrino abbassamenti della falda rispetto alla media storica di riferimento, con la tendenza ad un aumento costante che nella maggior parte dei casi è di entità superiore ai minimi storici rispetto all’ultimo ventennio.