Sanità in affanno: per il 9% dei piemontesi curarsi costa troppo
In Piemonte anche meno medici e un’aspettativa di vita leggermente inferiore rispetto al resto d’Italia: 83 anni anziché 83,1
Il Piemonte sotto la lente della Fondazione GIMBE non fa una bella figura: dal rapporto che la fondazione pubblica periodicamente per fotografare le condizioni e i problemi della sanità in Italia, sono tante le criticità che saltano all'occhio, la più evidente e preoccupante è la rinuncia da parte del 9% delle famiglie piemontesi alle prestazioni sanitarie.
A commento del 7° rapporto di Fondazione GIMBE così il suo Presidente, Nino Cartabellotta:
"Dati, narrative e sondaggi di popolazione dimostrano che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale".
Cure troppo care e aspettativa di vita inferiore
In Italia sono 4,5 milioni le persone che hanno rinunciato alle cure la prevenzione è precipitata al -18,6%. E se la media nazione è al 7,6% in Piemonte, dicevamo, la media di chi rinuncia sfiora il 9%, nel 2022 si attestava al 9,6%.
Su questo dato drammatico si sofferma, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE:
"Le persone sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie, con pesanti ripercussioni sui bilanci familiari. Una situazione in continuo peggioramento, che rischia di lasciare l’universalismo del SSN solo sulla carta, visto che l’accesso alle prestazioni è sempre più legato alla possibilità di sostenere personalmente le spese o di disporre di un fondo sanitario o una polizza assicurativa. Che, in ogni caso, non potranno mai garantire nemmeno ai più abbienti una copertura totale come quella offerta dal SSN".
Rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza – le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket – nel 2022 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura, con un ulteriore aumento del divario Nord-Sud (come dimostra il grafico sottostante): Puglia e Basilicata sono le uniche Regioni promosse al Sud, ma comunque in posizioni di coda.
"Siamo di fronte – commenta Cartabellotta – ad una vera e propria frattura strutturale Nord-Sud nell’esigibilità del diritto alla tutela della salute. A questo quadro si aggiunge la legge sull’autonomia differenziata, che affonderà definitivamente la sanità del Mezzogiorno, assestando il colpo di grazia al SSN e innescando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti che avrà conseguenze devastanti per milioni di persone".
In Piemonte è leggermente inferiore rispetto alla media nazionale anche l’aspettativa di vita alla nascita (dati 2023): 83 anni contro una media italiana che arriva a 83,1 anni.
Carenza di personale sanitario
In Piemonte infatti (dato 2022) si contano 2,09 medici dipendenti ogni mille abitanti contro una media Italia di 2,11. Si stima che al 1° gennaio 2023 ne mancassero in tutta la regione 296 e che il 49% di loro superasse il massimale di 1500 pazienti.
Per quanto riguarda i pediatri, la carenza sarebbe di 136, per un numero di assistiti medio di 1.108 bambini, dato record nel Paese.
Migliore la situazione nel comparto degli infermieri dipendenti: 5,4 unità ogni mille abitanti contro una media Italia pari a 5,13. Quanto al rapporto medici-infermieri, altro indicatore fondamentale. In Piemonte è pari a 2,59 ogni mille abitanti contro una media Italia ferma a 2,44.
Edilizia sanitaria
Nella nostra regione, dei 27 ospedali di comunità che sarebbero da attivare entro il 2026 non ne è stato dichiarato attivo neanche uno, contro una media italiana del 13%. E delle 82 case di comunità prevista dal Pnrr ne sono state realizzate appena 17 pari al 21% (media Italia 19%); allo sesso modo, delle 43 centrali operative territoriali da attivare entro il 2024 risultano pienamente funzionanti 27 pari al 63% del totale (media Italia 59%).
Terapie intensive e semintensive
Per quanto riguarda i posti letto aggiuntivi di terapia sub-intensiva: al 31 luglio 2024 la Regione aveva realizzato il 57% dei posti letto aggiuntivi di terapia sub-intensiva, contro una media italiana ferma al 52%.
Servizio Sanitario Nazionale pilastro del diritto alla salute
In occasione del 7° rapporto di Fondazione GIMBE il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato:
"Il Rapporto che la Fondazione GIMBE pubblica periodicamente rappresenta un prezioso spaccato di analisi sulle condizioni e i problemi della sanità in Italia. L’edizione di quest’anno, dedicata alle criticità del sistema sanitario, acquisisce un interesse particolare, ponendosi come sollecitazione all’applicazione dei principi di universalità e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce, infatti, una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni. Per garantire livelli sempre più elevati di qualità nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, è necessaria la costante adozione di misure sinergiche da parte di tutti gli attori coinvolti".