Lo sfogo su Facebook

Prof senza Green Pass non può entrare a scuola: un caso anche a Cuneo

L'episodio ha riguardato il docente Matteo Barale dell'istituto "Bianchi-Virginio" di Cuneo.

Prof senza Green Pass non può entrare a scuola: un caso anche a Cuneo
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Come stabilito dalla nuova normativa del Ministero dell'Istruzione, dal 1° settembre tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione (università comprese) deve possedere ed è tenuto a esibire la certificazione verde. Chi non rispetterà la disposizione non potrà accedere alle strutture scolastiche e verrà considerato in assenza ingiustificata.

Fin dai primissimi giorni di rientro tra i banchi di scuola non sono mancati episodi polemici: anche a Cuneo si è verificato un caso di professore senza Green Pass a cui è stato vietato l'ingresso nell'istituto scolastico. Si tratta di Matteo Barale, 52enne di Peveragno, docente del "Bianchi-Virginio" di Cuneo. Lui si è sfogato apertamente su Facebook:

"Dopo 38 anni non mi è stato permesso di entrare a scuola perché sprovvisto del Green Pass. Com'è possibile accettare che strumenti sanitari di dubbia efficacia condizionino i principi di apertura, libertà e indipendenza dell'insegnamento?".

L'ISTITUTO SCOLASTICO:

Cuneo, docente non può entrare a scuola perché senza Green Pass

Nel corso della giornata di ieri, mercoledì 1° settembre 2021, giorno dell'entrata in vigore della nuova normativa sull'obbligo del Green Pass per tutto il personale scolastico, anche a Cuneo si è verificato un caso di un docente bloccato all'ingresso perché sprovvisto di lasciapassare.

Il professore in questione, Matteo Barale, 52enne di Peveragno, dell'istituto "Bianchi-Virginio" di Cuneo, che insegna Topografia e Costruzioni, si è sofagto per quanto accaduto sul proprio profilo Facebook:

"Oggi,1 settembre 2021, dopo 5 anni di scuola come allievo all'Istituto per Geometri di Cuneo e 33 anni come insegnante Tecnico Pratico di Topografia e Costruzioni, di cui 8 a Savigliano e 25 a Cuneo, oggi Scuola Secondaria Superiore Bianchi-Virginio, dopo quindi 38 anni non mi è stato permesso di entrare perché sprovvisto del Green Pass".

Il suo attacco si scaglia direttamente sulla funzione specifica del Green Pass che, secondo il suo personale parere, non è di alcun utilizzo:

"Com'è possibile accettare che strumenti sanitari di dubbia efficacia condizionino i principi di apertura, libertà e indipendenza dell'insegnamento? Ci riempiamo la bocca di inclusione, diritti e doveri, educazione civica, storia e tante belle cose ma alla resa dei conti? Se non mi sottopongo ai tamponi diagnostici il cui tasso di inattendibilità è certificato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità e decido pure di non farmi inoculare dei sieri sperimentali a mRna o a Dna ricombinanti, la cui efficacia, si legge sul foglietto illustrativo potrebbe non proteggere completamente e avere una durata che non è nota a cui si somma la possibilità di contagiare e essere contagiati, vengo tagliato fuori? mi chiedo a cosa serva questo benedetto Green Pass. Credete veramente che il Green Pass potrà contenere i contagi? Io credo che produrrà solo tanta discriminazione dividendoci e alimentando la rabbia che nasce da un assurdo "lasciapassare" e da una pressione psicologica, sociale e mediatica.

Io non ho le competenze scientifiche ma se mi addentro nella ricerca su canali che non sono a "libro paga" noto ragionevoli dubbi all'interno della stessa comunità scientifica: trombosi, danni neurologici, miocarditi, pericarditi e sul lungo termine infertilità, malattie autoimmuni e tumori. Lo dicono la banca dati di farmacovigilanza dell'Ema. Con quanto premesso mi viene chiesto un senso di responsabilità sottoponendomi al siero per tenere a bada il contagio? Questa sarebbe una strada, sicuramente oggi quella più facile, ma da buon topografo la mia strada la progetto io".

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