Ospedale di Cuneo: nuove strutture e innovazioni tecnologiche al Santa Croce
Inaugurati la nuova Medicina Interna con i suoi 53 posti letto, il secondo acceleratore lineare e la Risonanza 3Tesla
Giornata importante quella di lunedì 9 settembre 2024 alla presenza degli assessori regionali Gallo e Bongioanni. Inaugurati la nuova Medicina Interna, il secondo acceleratore lineare e la Risonanza 3Tesla.
Nuove strutture e innovazioni tecnologiche al S. Croce
“15 mesi fa ho accettato la sfida di dirigere l’azienda ospedaliera S. Croce e Carle perché conoscevo il sistema valoriale di questa Azienda”. E’ molto diretto e determinato Livio Tranchida, prima commissario poi direttore generale del S. Croce, in una giornata importante alla presenza di molti responsabili di struttura e di comparto, di numerose autorità civili e militari, convenute nel salone di rappresentanza dell’ospedale in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di Medicina Interna, che con i suoi 53 posti letto è anche un moderno modello organizzativo che consente, nella gestione della bassa ed alta complessità dei casi clinici, di affrontare le sfide di un mondo che cambia profondamente anche in Sanità e che deve fare i conti con un numero crescente di pazienti (negli ultimi anni sono raddoppiati i ricoveri) e carenza di personale.
E poi si presentano il secondo acceleratore lineare acquistato con i fondi PNNR con due mesi di anticipo sul cronoprogramma (una delle grandi apparecchiature previste, nell’ambito di un fondo di 8,5 milioni di euro che saranno spesi entro fine 2024) e la 3 Tesla, una Risonanza Magnetica utilizzata soprattutto per l’esame delle lesioni cerebrali, fondamentale in un’Azienda dove convivono e collaborano radiologia interventistica, radioterapia, neuroradiologia: un’apparecchiatura unica per ora nel Piemonte Sud e acquistata con il contributo (600 mila euro su 911) della Fondazione CRC oggi rappresentata dal presidente Mauro Gola.
Ancora Tranchida: “Per gestire un Hub di secondo livello non sono sufficienti competenze tecniche, devi agire sulla leva dei professionisti per condividere gli obiettivi, ponendo in atto un’alleanza stretta”. Un modo di operare che ha consentito al S. Croce di raggiungere una produzione al 105% sul 2019, periodo ante covid di riferimento, un’Azienda che ormai ha portato il robot “Da Vinci” alla piena saturazione con 400 interventi l’anno e sta pensando di acquisirne un secondo. Tra qualche giorno inizieranno anche i lavori per la messa in sicurezza antisismica al Carle. Anche qui con un grande lavoro di squadra: “Non abbiamo sospeso l’attività degli ambulatori, effettuiamo più di 35 mila interventi all’anno, alcuni di estrema complessità”.
Poi il manager lancia un messaggio: “Non possiamo continuare a chiedere miracoli alla classe dirigente. Alcune scelte sono ineludibili. Serve responsabilità, allineamento, consenso con i Primari.”
Luigi Fenoglio, Anna Merlotti e Alberto Talenti (direttori rispettivamente di Medicina Interna, Radioterapia e Radiologia) illustrano le peculiarità sia dell’organizzazione della nuova Medicina, sia delle due grandi apparecchiature, ormai in funzione Concludono l’incontro, prima del taglio del nastro al 5° piano e la visita nei sotterranei all’acceleratore a alla nuova risonanza, gli assessori regionali Marco Gallo e Paolo Bongioanni, delegati dal Presidente Alberto Cirio a rappresentare la Regione Piemonte a Cuneo in questa occasione speciale.
Gallo: "Plaudo al clima positivo che ha permesso a tutti di lavorare meglio". Bongioanni: “Porto i saluti anche del collega Federico Riboldi (assessore alla Sanità, ndr) che è riuscito ad ottenere risorse dal recente piano di riparto nazionale. Tranchida è l’uomo che fa la differenza, l’uomo giusto al posto giuso e ha dimostrato che in ballo c’è una partita importante che si può vincere solo facendo squadra.”
E il nuovo ospedale? Tra qualche settimana arriverà dalla Regione il riscontro ai documenti inoltrati dall’Azienda Ospedaliera, rispondono all’unisono i due assessori.
L’acceleratore lineare acquisito con fondi PNRR
L’acceleratore lineare (LINAC) Truebeam è stato acquistato per la Radioterapia dall’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle con fondi PNRR. Si tratta di una strumentazione di ultima generazione in grado di eseguire con massima precisione trattamenti radioterapici con fotoni ed elettroni con le più moderne tecniche.
“Con la nuova installazione - spiega il direttore della Struttura Anna Merlotti - il reparto di Radioterapia dispone di due acceleratori pienamente accessoriati, entrambi in grado di offrire anche trattamenti con “Gating Respiratorio” mediante un dispositivo che permette la sincronizzazione dell’attivazione del fascio delle radiazioni con la respirazione, in modo da ridurre l’esposizione degli organi sani e concentrare meglio le radiazioni sui tessuti malati. Tante le situazioni che possono giovarsi di questa tecnologia, in particolar modo le donne operate di tumore alla mammella sinistra, con la possibilità di preservare al massimo il cuore dagli effetti negativi dell’irradiazione”.
I due Acceleratori in dotazione al Reparto di Radioterapia sono macchine gemelle, in grado, quindi, di effettuare trattamenti identici e di permettere lo spostamento degli appuntamenti dei pazienti da un acceleratore all’altro in caso di fermo per manutenzione programmata o guasto, garantendo la massima continuità di cura.
Entrambi i macchinari combinano immagini di alta qualità e precisione nell’erogazione di dosi mirate e molto elevate in pochi secondi. Le immagini volumetriche acquisite prima di erogare la seduta di trattamento permettono di visualizzare in tempo reale il corretto posizionamento del paziente e di correggerlo trasmettendo le coordinate al lettino robotizzato che si muove con 6 gradi di libertà. Le immagini tridimensionali acquisite prima delle sedute permettono anche di monitorare i cambiamenti della malattia tumorale e dei suoi rapporti anatomici, consentendo di adeguare il piano di trattamento per le sedute successive.
Ogni anno vengono trattati nel Centro in media 1250 pazienti con 2 LINAC aperti per un totale di 21 ore al giorno.
La Risonanza Magnetica 3Tesla
La nuova Risonanza Magnetica 3T (cioè dotata di un campo magnetico da 3 Tesla), appena installata presso l'ospedale S. Croce è un'apparecchiatura molto avanzata, che consente di eseguire esami notevolmente precisi e sofisticati in vari settori diagnostici. Trova applicazione prevalente nel settore neuroradiologico, dove è utilizzata per esami specialistici che consentono valutazioni di tipo anatomico e funzionale, che sono utili anche per la programmazione di interventi neurochirurgici sempre più selettivi e finalizzati al migliore risultato funzionale possibile.
Possono essere effettuati, con risultati diagnostici di alto livello esami come: la trattografia, che consente la visualizzazione delle vie nervose cerebrali, la spettroscopia, che fornisce informazioni sulla composizione chimica delle lesioni cerebrali e quindi sulla loro natura, la RM funzionale, che consente di valutare l'attivazione delle varie aree del cervello, lo studio dettagliato ad alto livello anatomico delle strutture corticali per l'inquadramento dell'epilessia.
In sede addominale consente un miglioramento dell'accuratezza diagnostica soprattutto nello studio della prostata. In altri settori non determina un significativo miglioramento diagnostico e in generale viene validamente usata nei distretti corporei naturalmente immobili (cervello e prostata). Infatti la RM3T è più sensibile agli artefatti da movimento, anche quello inevitabile (flusso vascolare, battito cardiaco e respirazione).
E' poi responsabilità e cura dei direttori della Radiologia e Neuroradiologia indirizzare gli esami verso l'apparecchiatura più idonea (3T o 1,5T), anche impostando opportunamente le agende di prenotazione. L'installazione della RM3T segue lavori edili e impiantistici per la creazione di nuovi locali esterni, creati appositamente per accoglierla.
Questa scelta ha consentito di installare la nuova RM3T senza fermare l'attività delle altre due apparecchiature pre-esistenti, garantendo così il mantenimento della normale offerta alla cittadinanza, anche durante l'installazione, peraltro senza costi maggiori rispetto all'eventuale
alternativa meno efficace di un noleggio di apparecchiatura mobile.
L’apparecchiatura è stata cofinanziata da Fondazione CRC (600 mila euro) e Azienda Ospedaliera (311 mila, oltre ai costi dei lavori per la messa in opera).
Nuovo reparto di Medicina Interna: una nuova organizzazione
Il nuovo reparto di Medicina Interna, nuovo nella concezione e nei locali completamente ristrutturati, si trova al quinto piano dell'spedale S. Croce. Un reparto unico, sullo stesso piano, non più diviso tra i due Presidi, di Cuneo e del Carle, con 53 letti in totale divisi tra alta e bassa intensità.
Un progetto che nasce dall'analisi della trasformazione del contesto epidemiologico dei pazienti che sono ricoverati in un ospedale per acuti: soprattutto pazienti anziani, con diverse patologie, spesso con malattie croniche che si riacutizzano. Si è pensato a un reparto generalista ma caratterizzato da una maggiore intensità di cura in una sua parte, dove il paziente trova risposte adeguate senza il bisogno necessariamente di occupare un letto in medicina d'urgenza semi-intensiva.
Non un nuovo reparto ma una nuova riorganizzazione della medicina interna più efficace e più efficiente. Sette giorno su sette, 24 ore su 24 opera un internista che già con la sua competenza indirizza da subito un percorso diagnostico adeguato. Al mattino chi subentra in reparto si trova già i casi dei ricoveri notturni dal pronto soccorso (7 o 8 tutti i giorni) valutati dai colleghi internisti.
L’obiettivo è aumentare l'efficacia e l'efficienza del servizio per i pazienti e puntare anche ad avere accessi facilitati e immediati a tac, risonanze e tutti quegli esami necessari per una diagnosi approfondita. Un approccio di cura a 360 gradi, che cerca anche di superare in modo positivo la riduzione dei posti letti del post Covid. Ridurre i tempi di attesa, i tempi di diagnosi, stabilizzare subito il paziente consente anche di occupare per meno tempo il letto con la stessa o con una migliore efficacia di diagnosi e di cura.
Con un unico reparto si ottimizza anche l'uso del personale, soprattutto dei turni festivi per cui un internista sarà sempre disponibile giorno e notte per tutti i giorni della settimana. A rinforzare la squadra arrivano anche quattro giovani internisti, specializzandi dell'Università di Torino, che si sono formati in S. Croce e fidelizzati al reparto, al modo di lavorare e all'ospedale di Cuneo.