CUNEO E PROVINCIA

Nocciole, a che punto è quest'anno la produzione?

Fabio Bottero: “Al momento le piante di nocciole sono cariche del frutto, ma fino a metà luglio la produzione è a rischio”.

Nocciole, a che punto è quest'anno la produzione?
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In Piemonte la coltivazione del nocciolo viene effettuata da 9.000 aziende. La “Granda” è la prima provincia sul territorio regionale, con 4.700 aziende del settore e oltre 16.000 ettari occupati dalla coltura. La raccolta del frutto parte intorno alla metà del mese di agosto.

Secondo Fabio Bottero di Carrù, presidente Cia di Mondovì e titolare di una struttura agricola di settanta ettari dei quali trentacinque coltivati a noccioleti in diversi Comuni della zona, oltre a Carrù, Farigliano, Clavesana, Bastia, Lequio Tanaro, Piozzo, Bene Vagienna e Ceva:

“Al momento erano anni che non si vedeva una produzione così buona. Le piante sono cariche di nocciole. Quindi, le prospettive sono ottime. Ma almeno fino a metà luglio siamo ancora legati ad alcuni problemi non di poco conto.

Fabio Bottero al lavoro in un noccioleto

“I maggiori danni li può portare la “cascola”: cioè la caduta anomala di una parte delle nocciole espulse “naturalmente” dalle piante perché le considerano “cattive”. Questo, a volte, significa perdere una quantità rilevante di produzione. Fino a ora non ci sono stati segnali sotto questo aspetto, ma ricordo nel 2020 che, proprio come adesso, eravamo nella stessa situazione  con le piante cariche di frutti e poi, da un giorno l’altro, sono iniziati a scendere precocemente. Compromettendo il raccolto. Per cui sono fiducioso, ma prima di essere tranquilli bisogna ancora attendere un poco di tempo”.

La siccità

Un'altra incognita che rende più difficoltosa l'annata è la prolungata siccità di questi mesi che sta avando diverse ripercussioni sul'agricoltura.

“Se non piove il rischio è di trovarsi con un prodotto che non riempie totalmente il guscio e questo incide molto sulla resa finale della produzione. Nel 2016, ad esempio, di nocciole sulle piante ne avevamo tante, ma la qualità era bassa perché il guscio era addirittura vuoto o non pieno. Lo stress climatico provocato dal caldo soffocante avevano cotto l’olio di cui è anche composta la nocciola, di conseguenza le abbiamo dovute buttare. Quest’anno il caldo è pressoché uguale”.

Le cimici

A creare problemi importanti alle nocciole è la presenza delle cimici che spesso rovinano le colture come mele, pesce, pomodori.

“Per quanto riguarda la cimice dovremmo esserne fuori perché le gabbiette per la loro cattura, installate nei noccioleti, al momento sono vuote. Certo il pericolo esiste ancora, in quanto dopo la trebbiatura del grano e dell’orzo potrebbero spostarsi sulle coltivazioni di nocciole. Ci auguriamo che non accada. Un altro problema con il quale dobbiamo fare i conti ormai da tanti anni. I cinghiali mangiano le nocciole cadute a terra e che non c’è ancora stato il tempo di raccogliere. Anche questo aspetto incide sulla produzione finale. La vendita non dovrebbe essere compromessa perché la nostra nocciola è ricercatissima dai mercati di tutto il mondo per la sua qualità. E gli altri Stati produttori su questo aspetto non riescono a farci la concorrenza”.

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