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L’umanità di un abbraccio tra madre e figlia: un’attesa di 12 anni

Un ricongiungimento familiare curato nei giorni scorsi dalla Croce Rossa di Cuneo

L’umanità di un abbraccio tra madre e figlia: un’attesa di 12 anni

Nei giorni scorsi, presso l’aeroporto di Malpensa a Milano, un incontro emozionante ha segnato la fine di dodici lunghi anni di separazione tra una madre e sua figlia, con il supporto della Croce Rossa di Cuneo che ha accompagnato questo momento tanto atteso.

L’umanità di un abbraccio tra madre e figlia

Nel 2012, una madre coraggiosa, ha preso una decisione difficile, ma estrema, l’unica che poteva vedere in quel momento. Dopo aver fatto il possibile per mettere al sicuro la sua bambina di 7 anni, ha lasciato il Sudan, devastato dalla guerra civile in Darfur, intraprendendo un viaggio arduo e pericoloso per trovare un futuro migliore per entrambe. Dalla fuga attraverso il deserto all’incubo della prigionia in Libia, la sua resilienza è stata messa alla prova in modi inimmaginabili. Il suo cuore era diviso: da un lato, il desiderio di proteggere la bambina; dall’altro la determinazione di cercare un domani comune, libero dalle atrocità della guerra.

Dopo innumerevoli tentativi e un lungo percorso segnato da sofferenze, sfide e sacrifici, nel 2018 è giunta in Europa e successivamente in Italia, stabilendosi nella provincia di Cuneo. Qui, accolta in una casa-famiglia dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ha iniziato il suo percorso di inclusione nella comunità, trovando calore umano, un ambiente solidale, nuove opportunità, e finalmente un lavoro e un appartamento. Tuttavia, anche se circondata da nuove persone, nel suo cuore c’era un vuoto profondo e incolmabile, rappresentato dalla figlia.

Il ricongiungimento familiare

Con determinazione e speranza, la madre ha contattato un avvocato e ha iniziato un processo di ricongiungimento familiare, ricevendo anche il supporto della Croce Rossa di Cuneo, che in quel periodo stava aprendo il suo primo ufficio provinciale dedicato a ristabilire e mantenere i contatti tra familiari separati a causa di conflitti armati, situazioni di violenza, disastri naturali e migrazioni.

Le parole del presidente Cri

“Il percorso di ricongiungimento familiare si è rivelato complesso, ma non impossibile. – spiega Giuseppe Renda, responsabile ufficio Ricerche, Restoring Family Links e Protezione della CRI di Cuneo. C’è stato un impegno paziente e costante da parte di tutti, a cominciare dalla associazione Papa Giovanni XXIII e dall’avvocato, all’alto Commissionato per i Rifugiati, all’Organizzazione Internazionale per la Migrazione dove sono stati effettuati i test del DNA, alla Prefettura di Cuneo che ha concesso il nullaosta, alle Ambasciate Italiane in Camerun e Chad, ad un gruppo di religiose che ospitavano la figlia vicino ad un campo profughi, e agli uffici della Croce Rossa Italiana di Cuneo, Torino e Roma. Ogni incontro, ogni telefonata, ogni messaggio hanno avuto come obiettivo quello di facilitare l’arrivo della giovane.”

Il sogno che si avvera

Finalmente, l’11 settembre, il sogno si è realizzato. Mamma e figlia si sono riabbracciate, accarezzando i volti bagnati dalle lacrime, colmando dodici anni di separazione e solitudine. Oggi, madre e figlia iniziano un nuovo capitolo della loro vita, circondate da una comunità cuneese accogliente e solidale.

Questa storia rappresenta solo una delle migliaia di situazioni in cui nel caos dei conflitti armati, in situazioni di violenza e disastri naturali e nel contesto delle migrazioni, le famiglie possono separarsi in pochi minuti, creando angoscia e vulnerabilità e talvolta portando a lunghi anni di incertezza sul destino di figli, coniugi o genitori. Prevenire tali separazioni, localizzare le persone scomparse, rimettere in contatto le famiglie e sostenerle nella ricerca dei propri cari è al centro dell’impegno del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa da oltre 160 anni. Il Movimento, nel rispetto del mandato umanitario volto ad alleviare la sofferenza umana, proteggere la vita e la salute delle persone, assicurare il rispetto dell’essere umano, si attiva mobilitando le sue risorse quando un familiare viene separato dai propri cari e rimane privo di loro notizie.

In ogni separazione c’è una storia da riannodare, un filo che unisce famiglie e ricuce il tessuto dell’umanità, in questo caso, dal Sudan al territorio cuneese.