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Infermieri in fuga dal Piemonte: il piano assunzioni non inverte la rotta

"Da tempo si chiede che questa complessa questione sia affrontata con la massima attenzione e determinazione"

Infermieri in fuga dal Piemonte: il piano assunzioni non inverte la rotta
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La cronica carenza di personale infermieristico nella nostra regione, un problema più volte denunciato, trova una drammatica conferma nei dati regionali e aziendali relativi al piano di assunzioni straordinario. La situazione a Cuneo, in particolare, emerge con preoccupante nitidezza, evidenziando criticità che, in prospettiva, non potranno che aggravarsi a causa della curva pensionistica e del limitato afflusso di nuove risorse.

Infermieri in fuga dal Piemonte

Il Nursind spiega:

A livello regionale, a fronte di 674 unità infermieristiche che avrebbero dovuto essere assunte in aggiunta al turnover, obiettivo fissato con la nascita dell'osservatorio il 30 giugno 2023, al 31 dicembre 2024 se ne contano solamente 279. Una parte significativa di queste nuove risorse si concentra in poche aziende, lasciando scoperte molte realtà territoriali.

Allarme a Cuneo

Il sindacato prosegue:

L'analisi dei dati svela un quadro allarmante per la provincia di Cuneo. Ben otto aziende sanitarie regionali su diciotto mostrano un saldo negativo, non solo non avendo integrato nuovo personale, ma non riuscendo nemmeno a garantire il turnover e registrando una progressiva e preoccupante perdita di infermieri. Il confronto con l'ultimo trimestre del 2024 certifica ulteriori e consistenti defezioni nella maggior parte di queste aziende. Tra le situazioni più critiche spicca l'ASL Cuneo 1, che accusa una perdita di ben 53 unità infermieristiche.

Questa situazione a Cuneo si inserisce in un contesto regionale dove solo tre aziende sanitarie sono riuscite a superare il limite minimo di assunzioni previste oltre il turnover, concentrando la maggior parte delle nuove risorse. Di fronte a questi numeri, le considerazioni e le possibili azioni da intraprendere sono molteplici, e ancora una volta si sollecita la Regione a un confronto generale e specifico con le singole aziende sulla delicata questione infermieristica.

È evidente come le migliaia di candidati che partecipano ai concorsi non si traducano in un reale incremento di personale nelle aziende sanitarie locali, inclusa quella di Cuneo. Le nuove risorse appaiono limitate e quelle disponibili non vengono pienamente sfruttate. Parallelamente, cresce il fenomeno delle dimissioni precoci, un segnale di malessere che non trova adeguate risposte. Non vengono affrontati in maniera organica i temi dell'utilizzo appropriato delle competenze infermieristiche e dei modelli organizzativi, che variano significativamente tra le diverse aziende della regione, generando ulteriori criticità anche nel contesto cuneese. Ogni azienda sembra muoversi autonomamente, senza una visione comune e senza proposte o azioni incentivanti concrete, pur essendo noto il problema nazionale dell'attrattività della professione.

Partendo da questi dati, inoltre, non si ha una chiara strategia su come dotare di personale infermieristico le case e gli ospedali di comunità, un'analisi che non è ancora stata affrontata in maniera congiunta con la Regione e, soprattutto, con le aziende sanitarie locali, inclusa quella di Cuneo. Nello specifico della realtà cuneese, come in altre, si registra la mancata assunzione di personale non solo oltre il turnover, come previsto dagli accordi, ma anche per garantire il semplice ricambio, con una conseguente e preoccupante perdita di ulteriori unità.

La situazione a Cuneo, con il suo significativo arretramento rispetto alle assunzioni previste, evidenzia come il tema delle zone e dell'attrattività delle singole aziende, pur esistente, non sia l'unico fattore determinante. Politiche aziendali differenti, che non sono state adeguatamente approfondite e comprese, sembrano aver inciso significativamente. I dati in possesso indicano un ulteriore peggioramento della situazione anche nel 2025.

Da tempo si chiede che questa complessa questione sia affrontata con la massima attenzione e determinazione, mettendo in campo tutte le azioni e gli interventi possibili per evitare il collasso del sistema sanitario, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'assistenza offerta ai cittadini di Cuneo e dell'intera regione. In conclusione, di fronte a questo scenario allarmante, è inaccettabile che molte aziende, inclusa quella di Cuneo, continuino a richiedere prestazioni aggiuntive oltre l'orario di lavoro senza retribuirle adeguatamente, un tema che verrà affrontato nei prossimi giorni unitamente alla questione delle risorse.

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