PIEMONTE

Dispari Teatro: il nuovo centro di produzione teatrale, unicum nel panorama nazionale, si presenta nonostante le risorse dimezzate

Il Ministero della Cultura ha stanziato complessivamente 500.349 euro per l’intero comparto, a fronte di un fabbisogno minimo di sostenibilità individuato in 1.100.000 euro e di un totale di 1.300.000 euro richiesti dai soggetti riconosciuti, in base ai deficit dichiarati nelle rispettive domande.

Dispari Teatro: il nuovo centro di produzione teatrale, unicum nel panorama nazionale, si presenta nonostante le risorse dimezzate

Dispari Teatro è il nuovo Centro di Produzione, nato dall’unione di tre realtà storiche del panorama italiano: Compagnia Il Melarancio di Cuneo, Onda Teatro e Teatro Popolare Europeo di Torino.

Primo teatro stabile piemontese fuori dall’area metropolitana di Torino

Primo teatro stabile piemontese fuori dall’area metropolitana di Torino, Dispari Teatro è una cooperativa sociale (ETS) che pone al centro le persone – grandi e piccole – e che intende coniugare teatro per l’infanzia e la gioventù con il Teatro Sociale e di Comunità, in un’esperienza unica nel panorama nazionale.

Un riconoscimento importante, ma con risorse insufficienti

Dispari Teatro ha ottenuto il riconoscimento ministeriale come Centro di Produzione di Teatro per l’infanzia e la gioventù insieme ad altri tre soggetti a livello nazionale dislocati in Toscana, Emilia Romagna e Puglia. Si tratta di Teatrino dei Fondi (San Miniato – Pisa), Teatro dell’Argine Società Cooperativa Sociale (San Lazzaro di Savena – Bologna) e Factory Compagnia Transadriatica (Nardò – Lecce).

Il Ministero della Cultura ha stanziato complessivamente 500.349 euro per l’intero comparto, a fronte di un fabbisogno minimo di sostenibilità individuato in 1.100.000 euro e di un totale di 1.300.000 euro richiesti dai soggetti riconosciuti, in base ai deficit dichiarati nelle rispettive domande.

Per Dispari Teatro, come per gli altri centri, ciò significa poter contare su un sostegno ministeriale molto ridotto rispetto alle necessità reali, con inevitabili conseguenze sulla possibilità di dare piena attuazione

ai progetti di produzione, formazione e coinvolgimento dei territori.
Il sottodimensionamento delle risorse ha effetti immediati: a Torino, dal 2026 Spazio BAC non sarà più sede di programmazione di Dispari Teatro. Lo spazio conserverà la propria vocazione di centro culturale cittadino per le performing arts, il benessere e l’inclusione sociale, con un palinsesto curato da Teatro Popolare Europeo – Social Community Theatre Centre, insieme al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino e Corep.

Un progetto culturale e sociale innovativo

Nonostante le difficoltà economiche, Dispari Teatro si presenta con solide basi artistiche e organizzative e conferma quanto promesso alla sua costituzione. Gli obiettivi sono: unire per la prima volta in Italia l’esperienza del teatro per l’infanzia e della gioventù con quella del Teatro Sociale e di Comunità; valorizzare il patrimonio culturale e architettonico di Cuneo, con la gestione dell’Officina Santa Chiara (ex Chiesa di Santa Chiara da 400 posti) e del Teatro Toselli; mettere a sistema reti consolidate con enti locali, università, terzo settore e partner nazionali e internazionali e promuovere accessibilità, partecipazione e inclusione, con percorsi che intrecciano arte, educazione, benessere e sfide sociali.

Una sfida collettiva

Dispari Teatro nasce come segnale forte di collaborazione e di fiducia nel futuro. L’obiettivo è dare vita a un teatro capace di innovare i linguaggi artistici, parlare alle nuove generazioni e contribuire alla crescita culturale e sociale dei territori. Tuttavia, la distanza tra le risorse necessarie e quelle effettivamente stanziate dal Ministero resta un nodo critico: senza un rafforzamento dei finanziamenti, i nuovi Centri di Produzione rischiano di vedere ridotta la loro capacità di incidere davvero sul tessuto culturale nazionale.

“Abbiamo deciso di unirci – dichiarano i fondatori – perché crediamo che il teatro abbia senso solo nell’incontro con le persone. È tempo di cambiare e di mettere insieme energie e visioni. Lo faremo anche in condizioni difficili, ma chiediamo che le istituzioni sostengano con adeguate risorse chi lavora per costruire cultura, educazione e comunità.”

Gimmi Basilotta presidente di Dispari Teatro e presidente nazionale di Ancti (Associazione Nazionale delle Compagnie e delle Residenze di Innovazione Teatrale) e Agis Piemonte Valle d’Aosta spiega:

“Lavoriamo in condizioni complesse, ci sono compagnie che aspettano i fondi da anni e altre che ne ricevono meno di quanto annunciato, a cose fatte: è il tradimento di un patto tra lo Stato e il soggetto privato”.