Danni causati da ghiri e nutrie: in provincia di Cuneo un piano di controllo
Numerosi i danni causati dai ghiri ai noccioleti e quelli delle nutrie su colture e argini
La Provincia di Cuneo ha prorogato i due Piani provinciali per il controllo della fauna selvatica che provoca danni all’agricoltura e all’ambiente, in particolare per il ghiro e per la nutria, meglio nota come castorino.
Piani di controllo
I ghiri e i danni ai noccioleti
Con il voto unanime del Consiglio provinciale su parere favorevole dell’Ispra (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) i Piani saranno validi per altri due anni per quanto riguarda il ghiro e quattro anni per la nutria
I danni da ghiro (glis glis) riguardano soprattutto i noccioleti presenti nella Granda e continuano ad essere rilevanti. Sono circa 228 le aziende agricole e soprattutto corilicole coinvolte. L’Ispra ha valutato che, viste poi stime di densità di questa specie animale, il prelievo non comporterà significativi rischi per le popolazioni di ghiro oggetto di controllo.
Continuerà quindi l’attività di monitoraggio dei danni rilevati, mettendo anche in relazione diretta il danno riscontrato presso le aziende che attuano effettivamente gli interventi di controllo con i dati di rimozione degli animali, anche allo scopo di definire gli indennizzi richiesti dalle altre aziende e per una attenta valutazione dell’efficacia del piano. L’attività di contenimento che avviene con gabbie, cassette nido e foto trappole, proseguirà anche nel 2024 e nel 2025 sotto stretto coordinamento dell’Ufficio Caccia Pesca della Provincia di Cuneo e con il coinvolgimento delle aziende che si sono rivelate motivate e disposte a seguire i protocolli di controllo approvati.
Le nutrie e i danni a colture e argini
Con gli stessi criteri è stato prorogato anche il Piano di controllo numerico della nutria (myocastor coypus) in base al Piano di gestione nazionale del roditore specie semi-acquatica originario del Sud America, che vive in acquitrini, rive dei laghi e corsi d’acqua. Si nutre principalmente di parti vegetali, tra le quali preferisce le radici, i tuberi e i rizomi, ma nelle regioni dove è stata introdotta, si ciba di qualsiasi coltura disponibile, causando danni alle piante coltivate, considerate dall’animale più appetitose e nutrienti rispetto a quelle selvatiche.
La nutria sembra avere un impatto negativo anche sulla fauna, in particolare su alcuni piccoli volatili che vivono negli ambienti umidi, oltre ai danni idraulici che causa per la sua consuetudine di scavare lunghe gallerie e tane ipogee con rischi alla tenuta delle arginature di corsi d’acqua naturali, di canali di irrigazione e di scolo e bacini artificiali, in particolare in occasione di piene.
In provincia di Cuneo la nutria è comparsa alla fine degli anni Novanta risalendo il reticolo idrografico dei principali fiumi della pianura cuneese e nei primi anni 2000 la specie ha continuato ad espandere il suo areale di presenza sempre seguendo la rete fluviale sino a raggiungere anche località pedemontane e montane. Il controllo della specie avviene tramite cattura con gabbie-trappole e anche con l’abbattimento diretto da parte della Polizia faunistico ambientale della Provincia.