Il Tavolo Tecnico sulle vulnerabilità, organismo istituito a Cuneo nel 2024, è stato convocato nei giorni scorsi dal Prefetto Mariano Savastano per analizzare le storie di cinque persone in situazioni di particolare fragilità.
Cuneo, il Tavolo Tecnico sulle vulnerabilità affronta cinque casi di fragilità
L’obiettivo del Tavolo è facilitare lo scambio multidisciplinare tra istituzioni e operatori del territorio, al fine di individuare soluzioni efficaci per chi vive condizioni complesse di rischio personale e sociale.
All’incontro hanno partecipato, oltre alla sindaca Patrizia Manassero, le Forze di polizia, la Questura, l’Aso e le Asl CN1 e CN2, i Consorzi socio-assistenziali, i Centri di prima accoglienza, CAS e SAI. Il confronto ha riguardato tre migranti e due cittadini italiani con situazioni personali complesse, tra cui problematiche psicologiche, psichiche o di dipendenza.
Come spiegano dal Prefetto, “la condivisione delle procedure e degli interventi rende possibile un monitoraggio”. L’analisi delle storie ha evidenziato come sia fondamentale la volontarietà del soggetto fragile per poter avviare percorsi di reinserimento sociale. Per i casi dei migranti, è stato sottolineato il limite di un sistema in cui l’apertura delle strutture di accoglienza dipende dai Comuni, mentre la gestione degli inserimenti resta di competenza del Ministero dell’Interno, con possibilità ridotte per i territori di intervenire direttamente.
Secondo il Prefetto Savastano, “collaborazione e monitoraggio costanti sono indispensabili, perché ciascuno possa svolgere il proprio ruolo nel migliore dei modi. Dallo scambio potranno anche emergere elementi di propositività nei confronti delle istituzioni nazionali”.
Dal Tavolo è emersa la necessità di un sistema costante di tracciamento dei casi, per assicurare continuità e attenzione verso i soggetti fragili.
La sindaca Manassero ha ringraziato il Prefetto per la convocazione:
“I servizi del territorio fanno tutti gli sforzi possibili per accompagnare le persone, ma ci sono situazioni estremamente complesse, in cui è difficile identificare strade che rendano possibile il reinserimento e la convivenza sociale. Di fronte a queste storie spesso ci sentiamo scoraggiati perché manca l’elemento della volontà dei singoli per avviare un processo verso l’autonomia”.
L’incontro ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, operatori sociali e comunità per prevenire rischi, garantire sicurezza e promuovere percorsi di integrazione e supporto alle persone più fragili.