Aumentano le truffe con il finto trading on-line
A livello nazionale sono stati 3.057 i casi trattati nel 2022 per frode da trading online (+85 % rispetto al 2021)
Il fenomeno dei falsi investimenti da trading on line è in forte sviluppo negli ultimi tempi come si evidenzia dalle numerosissime denunce che pervengono anche negli uffici del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Piemonte e la Valle d’Aosta.
I casi trattati nel 2022
A livello nazionale sono stati 3.057 i casi trattati nel 2022 per frode da trading online (+85 % rispetto al 2021) con 93.387.115,00 di Euro sottratti; nel 2021 furono solo 46.672.791,00 gli Euro sottratti con 1.652 casi trattati.
Il falso trading on line è diventato la truffa on line più redditizia seguita dalla truffa sulle piattaforme e-commerce e dalle C.d. truffe sentimentali. Nei primi 5 mesi dell’anno 84 sono state le denunce presentate nel territorio torinese per la somma di circa 2,6 milioni di euro frodati (nel Piemonte a fronte di 146 denunce la somma totale supera i 4 milioni di euro frodati) e ovviamente questi dati rilevati dal nostro osservatorio rappresentano solo la punta dell’iceberg.
Incremento del numero di portali online truffaldini
Dalle ultime indagini compiute dalla Polizia Postale è stato riscontrato un notevole incremento del numero di portali online truffaldini che propongono investimenti redditizi con costi di ingresso in apparenza irrisori e rendimenti enormi riscontrabili anche nel medio e breve termine. Era stata conclusa proprio a dicembre 2022 dal C.O.S.C di Torino l’operazione “TradeScam” che aveva consentito lo smantellamento di una delle organizzazioni criminali che agiva tra l’Italia e l’Albania e che gestiva il riciclaggio internazionale dei profitti illeciti, con tre arresti nel torinese e 16 perquisizioni su tutto il territorio nazionale. La frode ha una struttura ricorrente che vede un primo contatto generalmente attraverso le chiamate telefoniche e l’invio di sms da parte di truffatori che, impersonando le vesti di broker d’assalto, riescono a persuadere la vittima prescelta della convenienza dell’affare.
In alcuni casi è la stessa vittima a contattare i truffatori, in quanto attratta da banner pubblicitari confezionati con grafiche ed annunci altamente suggestivi. Ad impressionare favorevolmente è la facilità dell’investimento e soprattutto la facilità dei guadagni che appaiono tuttavia smodatamente lucrosi e neanche minimamente paragonabili ai profitti di regola prospettati dal mercato tanto che i casi raccolti sino ad oggi hanno dimostrato che quei profitti altro non erano che numeri fittizi riportati su contatori virtuali.
Grazie ad abili manipolazioni le vittime si spogliano talvolta di ingenti patrimoni frutto di un’esistenza di lavoro, credendo nella promessa di facili guadagni conseguiti in maniera del tutto lecita ma di fatto inesistenti. Anche se risulta impossibile tracciare un preciso identikit della vittima, si tratta infatti sia di donne che di uomini di tutte le età, casalinghe, professionisti e pensionati, il target prescelto è spesso rappresentato da anziani che in molti casi non hanno conoscenze tecniche in materia di investimenti finanziari né di tipo informatico. Non a caso una delle tecniche impiegate dai cyber criminali include l’impiego di software di controllo remoto che installati sul pc della vittima consentono al truffatore di movimentare le somme di denaro in modo del tutto autonomo.
I truffatori, tuttavia non si limitano a questo: all’interno dei computer delle vittime controllano le email, le fotografie e i documenti, tutte informazioni che vengono sfruttate per fare social engineering per il plagio dei malcapitati qualora reticenti ai successivi investimenti. Altre volte, nel percepire la titubanza delle vittime, i truffatori divengono aggressivi e spietati anche sfruttando le informazioni precedentemente apprese, al punto di convincere le stesse a richiedere finanziamenti dedicati a nuovi investimenti.
Si tratta del secondo livello di truffa ovvero del c.d. “piano di rientro delle perdite” offerto a soggetti già frodati. Le vittime vengono nuovamente ricontattate da sedicenti avvocati che promettono alle parti offese di ritornare in possesso delle somme perdute. Purtroppo anche questo tentativo si rivelerà vano trattandosi di una prosecuzione della truffa iniziale.
Un altro caso recente che ha trattato il COSC di Torino riprende proprio lo schema appena descritto. La vittima che nel 2022 era stata frodata per oltre 270 mila euro, veniva ricontattata agli inizi di quest’anno con il pretesto di recuperare le somme perdute, e nonostante avesse in precedenza denunciato la frode, veniva nuovamente truffata per altri 30 mila euro evidenziandosi pertanto come le capacità persuasive dei malfattori siano in grado di convincere le vittime anche quando, come nel caso di specie, ci sia stata una presa d’atto del raggiro.
I consigli della Polizia di Stato
Al fine di evitare di cadere nella trappola dei sedicenti broker di trading online, la Polizia di Stato consiglia di:
• Prestare massima attenzione a guadagni aleatori troppo sproporzionati da quelli praticati dagli istituti di credito in circolazione;
• Non condividere mai (per nessun motivo) informazioni personali via telefono né consegnare password e dati di accesso a terze persone;
• Non prendere mai in considerazione o accettare passivamente l’installazione di software che consentano di controllare da remoto il nostro PC su richiesta di terzi: è come offrire le nostre chiavi di casa al ladro;
• Consultare sempre i siti della Consob e della Banca d’Italia per essere sicuri di rivolgersi ad intermediari autorizzati;
• Consultare la sezione Warning and publications for investors dell'ESMA (la CONSOB europea) sul sito www.esma.europa.eu;
• Consultare, attraverso i motori di ricerca sul web, le recensioni riferite alle società di trading;
• Non investire ulteriori somme di denaro per sbloccare le somme già versate.