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A Verduno la chirurgia mini-invasiva che ottimizza l’intervento per tumore della mammella

La procedura, che combina efficacia oncologica e un ottimo risultato estetico, ha consentito ad Alice un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso

A Verduno la chirurgia mini-invasiva che ottimizza l’intervento per tumore della mammella
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Mastectomia Endoscopica: all’Ospedale di Verduno la chirurgia mini-invasiva che ottimizza l’intervento per tumore della mammella. La procedura, che combina efficacia oncologica e un ottimo risultato estetico, ha consentito ad Alice un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso.

Mastectomia Endoscopica

«Dopo la paura per la malattia, che ti pervade in questi momenti, è subentrata l’ansia per un intervento che poteva ferirmi nel mio sentirmi donna. Fortunatamente l’equipe che mi ha seguita ha saputo da subito rassicurarmi anche sotto questo aspetto. Oggi sto bene e constato quanto sia ancora bello guardare il mio corpo allo specchio».

Queste le parole di Alice (nome di fantasia), una ragazza di 27 anni sottoposta a una mastectomia bilaterale endoscopica all’ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno dell’Asl CN2.

La mastectomia endoscopica è un approccio chirurgico senologico all’avanguardia, che permette la rimozione di un tumore mammario attraverso un accesso realizzato in aree poco visibili e, quindi, senza lasciare cicatrici evidenti. Si tratta di una tecnica che rappresenta a livello internazionale l’ultima evoluzione nella terapia chirurgica del tumore della mammella.

L’intervento per tumore della mammella

«Per le mastectomie in cui si conserva l’involucro esterno della mammella (nipple sparing), in alternativa agli accessi ‘open’ all’ospedale di Verduno proponiamo un approccio sottocutaneo endoscopico. Ciò consente di garantire il minimo traumatismo sui tessuti che dovranno accogliere l’impianto protesico e di operare con un accesso mini-invasivo da aree anatomiche poco visibili. Questo riduce al minimo gli esiti cicatriziali dell’intervento ed agevola un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso rispetto alla chirurgia tradizionale», spiega Raffaele Seghesio, il chirurgo senologo dell’Asl CN2 che ha introdotto questa tipologia di interventi nella struttura diretta da Loredana Defilippi.

«Grazie alla mastectomia endoscopica - prosegue Fausto Cella, Responsabile della struttura di Chirurgia Plastica - stiamo ottimizzando la possibilità di realizzare in un unico tempo chirurgico l’eliminazione della massa tumorale e la ricostruzione protesica della mammella. La notevole esperienza maturata dal nostro centro nell’uso di matrici, cioè membrane in cui vengono avvolte le protesi, ci porta a realizzare ricostruzioni che rispettano al massimo l’anatomia femminile e la funzionalità della muscolatura pettorale. L’accesso singolo in area poco visibile ci consente di combinare al massimo l’efficacia oncologica con un ottimo risultato estetico, con un forte impatto positivo dal punto di vista psicologico della paziente».

La possibilità di portare la cicatrice dell’intervento in zone esteticamente poco esposte, la riduzione del traumatismo sui tessuti con successivo minor dolore post-operatorio, il contenimento dei tempi di riabilitazione, unitamente a un approccio che mira al massimo rispetto anche del sistema linfatico delle pazienti, confermano questa procedura come un’indubbia evoluzione della chirurgia senologica. La tecnica è applicabile su pazienti con indicazione chirurgica specifica per questo genere di intervento, selezionate per storia personale e tipologia di tumore.

La storia

Tra le pazienti che hanno potuto beneficiare di questa metodologia c’è proprio Alice, che ha sviluppato precocemente un carcinoma della mammella. Alla notizia della malattia si è aggiunta anche quella che Alice è portatrice della mutazione del gene BRCA1, condizione che rappresenta un notevole incremento del rischio di sviluppare altri tumori mammari nel corso della vita. Quando è arrivata, Alice ha dovuto quindi affrontare una doppia prova: l’intervento per la mammella malata, ma anche la scelta di una chirurgia bilaterale per riduzione del rischio futuro. Dopo una articolata fase di studio, Alice è stata sottoposta ad intervento di mastectomia bilaterale endoscopica nipple sparing, con ricostruzione protesica immediata.

Nonostante si tratti di una tecnica attualmente eseguita in pochi centri, la mastectomia endoscopica è divenuta oggi un intervento di routine all’ospedale di Verduno, praticato con costi contenuti per il Servizio Sanitario Nazionale e senza allungare le liste di attesa.

«L’utilizzo della mastectomia endoscopica rientra appieno nell’orientamento che ci siamo dati e che predilige, ogni qual volta sia possibile, la micro-invasività in tutti i nostri interventi - continua Stefano Berti, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale e Oncologica - Con piacere constato come un’ottima sinergia tra diverse strutture del mondo chirurgico – Senologia e Chirurgia Plastica – abbia dato origine ad un approccio multidisciplinare efficace, a tutto vantaggio delle pazienti».

«Siamo orgogliosi di questo risultato raggiunto nella chirurgia oncologica e ricostruttiva del seno da parte dei nostri team - dichiara Luca Burroni, Direttore Sanitario Asl CN2 - La salute delle nostre pazienti passa da percorsi che mirano alla massima efficacia delle cure, ma che non vogliono prescindere dall’importanza di considerare approcci che sappiano preservare l’estetica, per un positivo impatto dal punto di vista emotivo e psicologico».

«Puntare alla cura della patologia, ma con un approccio che non dimentichi mai di guardare alla dimensione umana del paziente, con le sue emozioni, i suoi timori, le sue aspettative: è questo ciò che caratterizza una Sanità che veramente si rivolge alla persona - sottolinea l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi - Per questa ragione è motivo di orgoglio constatare come il Piemonte sia stata tra le prime Regioni ad aver adottato questa procedura, in grado di unire efficacia terapeutica e risultati estetici, con un particolare riguardo alla qualità della vita della paziente. Sono contento di vedere che all’ospedale di Verduno ciò avvenga attraverso il lavoro sinergico e coordinato di più strutture, che operano in modo multidisciplinare nel comune intento di offrire all’utenza un risultato sempre più soddisfacente dal punto di vista sia medico che umano».