Sculture, quadri e ville di lusso con i soldi dell'azienda fallita
Tra gli originali un dipinto di Paola Levi-Montalcini, sorella gemella della Senatrice Premio Nobel.
Con i soldi dell’azienda fallita che era leader nel settore della verniciatura. La Guardia di Finanza ha scoperto una gravissima bancarotta fraudolenta.
Un fallimento “anomalo”
Un fallimento anomalo è quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Torino che, al temine di un’indagine durata oltre un anno, ha denunciato a vario titolo nove persone per bancarotta fraudolenta. I Finanzieri del Gruppo Torino, che hanno eseguito le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno appurato come gli amministratori della società, leader per anni nel settore della verniciatura e con in portafoglio importanti collaborazioni con alcuni colossi dell’industria italiana, abbiano di fatto sottratto dal patrimonio aziendale ingenti fondi. Risorse destinate – almeno sulla carta – a parziale copertura dell’enorme debito accumulato.
I soldi dell’azienda fallita per acquistare sculture, quadri e ville di lusso
Sculture, dipinti ed altre opere d’arte di pregio, acquisite nel corso degli anni con i fondi aziendali, ma anche immobili, acquistati dagli amministratori, coniugi sessantenni, in rinomate località turistiche della Costa Azzurra. Il tutto, mentre l’azienda sprofondava verso il definitivo dissesto.
Nel corso delle perquisizioni è anche emerso come, al fine di sottrarle ad eventuali sequestri o altre azioni esecutive dei creditori, la coppia abbia fatto “sparire” sculture e quadri di grande valore; opere “svanite”, ma non solo: i due indagati hanno sì spontaneamente fatto trovare alcuni quadri, appesi negli uffici aziendali, peccato però che siano risultate solamente delle copie. Gli originali (tra cui un dipinto di Paola Levi-Montalcini, sorella gemella della Senatrice Premio Nobel Rita, di valore stimato superiore a 80.000 euro) erano custoditi dalla coppia all’interno della loro villa sulle colline torinesi.
Un buco da 24 milioni di euro
Al temine delle operazioni, i Finanzieri hanno accertato un buco societario di oltre 24 milioni di euro e un’evasione fiscale di circa 2 milioni. Sequestrati conti correnti per 250.000 euro e alcuni immobili, tra cui l’abitazione di pregio.
Chi è finito nei guai
Oltre ai coniugi, considerarti i veri burattinai della società, sono stati denunciati tutti i 7 amministratori legali, che – negli anni – si sono succeduti alla guida dell’azienda. Dissipazione del patrimonio societario, distrazione di beni aziendali, sistematiche omissioni di versamenti fiscali e contributivi, bancarotta fraudolenta l’accusa di cui dovranno rispondere davanti al Tribunale di Torino.