A Cuneo due frazioni continuano a litigare sulla via da intitolare al partigiano
La targa è pronta ma giace nel fondo di un magazzino del comune.
Fra pochi giorni si celebrerà il 25 aprile, festa di Liberazione, ma nel piccolo Comune di Roburent, paesino di 500 abitanti, la targa per la via intitolata a Nuto Revelli non sarà posta, una scelta che ha sollevato non poche reazioni da parte dei suo abitanti.
Due le frazioni allo scontro
La delibera comunale che dava il via a questa scelta toponomastica, iter avviato 15 anni fa dall’allora primo cittadino Bruno Vallepiano, ha subito nuovo arresto a novembre 201 8 dopo le dimissioni del sindaco Fabrizio Nugnes, il quale, prima di lasciare la carica per motivi di salute, come ultimo memorabile atto, ha voluto bloccare la delibera di intitolazione di una strada del paese a Nuto Revelli. La ragione della cancellazione della delibera è che “alcuni residenti sono contrari”.
Sulla questione si mobilitano Associazione partigiani, Istituto storico della Resistenza e altre realtà, affinché la proposta di intitolazione trovi finalmente attuazione.
La via che avrebbe dovuto cambiare nome era "Via alla Croce", in frazione Cardini. Molti abitanti della frazione però all'arrivo dei cantonieri si sono radunati per protestare sostenendo il loro attaccamento alla "Croce" sostenendo infine che se proprio i vicini di casa se volevano intitolare una via a Revelli potevano scegliere una strada in centro paese, vicino a loro.
Così la storia della targa prima fissata e subito dopo rimossa è diventata uno degli argomenti della campagna elettorale, suscitando indignazione, sopratutto perché un gesto del genere nella città natale del partigiano Revelli. A suscitare clamore oltre i confini cuneesi, terra da sempre fieramente antifascista, è la sottovalutazione della gravità dell'accaduto, anche se motivato da ragioni locali.
Partigiano e Letterato Nuto Revelli
A due anni dalla scomparsa, la Fondazione Nuto Revelli Onlus è stata inaugurata a Cuneo, propone "la promozione della cultura che ispirò la Resistenza e la scelta antifascista, in particolare il movimento di Giustizia e Libertà" e "la valorizzazione del contributo apportato da Nuto Revelli alla conoscenza e allo studio del mondo contadino".
Queste le parole di Marco Revelli, presidente della Fondazione, nonché figlio.
“Non so se la mancata intitolazione della via a mio padre sia da ascriversi a esponenti fascisti o leghisti, anche se probabilmente di questo si tratta. Di certo rientra nell’aria che si respira in Italia. La scelta dell’amministrazione comunale di Roburent di cancellare il ricordo di persone e di fatti che appartengono alla cultura e alla storia italiana non sfiora né scalfisce la loro memoria. Quell’atto, dettato o da ignoranza o dalla nostalgia per un regime condannato dalla storia, suona piuttosto a insulto agli abitanti di quel Comune che tra il 1943 e il 1945 diedero il loro appoggio ai partigiani (che senza quel sostegno non avrebbero potuto sopravvivere neppure una settimana) e a quei contadini e montanari alle cui vite sono dedicati i libri di Nuto Revelli, da ‘Il mondo dei vinti’ a ‘L’anello forte’”.
(in foto Nuto Revelli e Alessandro Galante Garrone in una scena del film Prime Bande, fonte: Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza)