Il caso

Allerta sorgo, Regione Piemonte: ecco come prevenire l’avvelenamento dei bovini

Il cereale è potenzialmente pericoloso solamente per gli animali

Allerta sorgo, Regione Piemonte: ecco come prevenire l’avvelenamento dei bovini
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È stato pubblicato nei giorni scorsi dalla Regione un comunicato stampa inerente alla pericolosità del sorgo come foraggio per bovini. Ecco le raccomandazioni che arrivano da Palazzo Lascaris.

Un cereale potenzialmente pericoloso

Il sorgo, appartenente alle graminacee, è uno dei cereali più resistenti alla carenza di acqua, e pertanto nell’ultimo periodo ha avuto una larga diffusione nei campi, appena dopo il raccolto del frumento. La pericolosità vera e propria del sorgo insorge nei casi di piante ancora non mature: in queste può essere elevata la concentrazione di durrina, una sostanza tossica nella prima fase di crescita, che con la maturazione scompare naturalmente. Nello stomaco dei bovini, la durrina tende ad idrolizzarsi, liberando acido cianidrico, che può portare alla morte dell’animale nel corso di alcune ore.

Le raccomandazioni della Regione

La Regione Piemonte sottolinea come la pericolosità del sorgo sia riscontrabile solo nelle piante più giovani ed acerbe, che vengono impiegate quindi come pascolo o foraggiamento verde Il sorgo – afferma la Regione - dovrebbe essere pascolato o sfalciato non prima che abbia raggiunto un’altezza di 70 cm, per essere commestibile dai bovini, e tale vincolo deve essere considerato con maggiore attenzione in questo periodo di carenza idrica. La concentrazione di durrina, con la carenza di acqua e le temperature alte, tende infatti ad aumentare”.

L'invito degli esperti

Al fine di prevenire l’avvelenamento degli animali - afferma Angela Allegra, direttore Servizio Igiene e Assistenza Veterinaria Area B - si raccomanda che il sorgo, specialmente la varietà da granella ma anche da foraggio, non venga sfalciato, pascolato, trinciato per l’alimentazione animale a causa dell’altissimo rischio di avvelenamento del bestiame da acido cianidrico”.  Nell’ Asl Novara attualmente non si sono verificati casi di avvelenamento - dichiara Franco Tinelli, direttore del Dipartimento di Prevenzione - ma si ritiene utile che gli allevatori o proprietari di bestiame mettano in atto le misure finalizzate ad evitare la morte di tali animali”.

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