Ucraina: non si ferma impennata mais (+11%) e grano tenero (+9,4%)
Resta stabile, come da previsione, il grano duro.
Resta stabile, come da previsione, il grano duro che in questo momento non è toccato dalla crisi.
Impennate dei prezzi
Grano tenero (+9,4%) e mais (+11%) in deciso rialzo per la seconda settimana consecutiva anche in Italia, sulla scia di quanto accade giornalmente nei mercati finanziari di Chicago e Parigi. Lo comunica CAI – Consorzi Agrari d’Italia in base alle rilevazioni della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento nel nostro Paese per la contrattazione fisica dei prodotti agricoli.
Il grano tenero sale di 30 euro a tonnellata rispetto ad una settimana fa (+9,4%), oscillando tra 342 e 351 euro a tonnellata, con punte di 395 per il prodotto a più alto valore proteico. Il mais, invece, segna +11%, passando da 297 a 330 euro a tonnellata.
Il grano duro, come da previsione, resta ancora invariato, mentre soia (+3,5%) e sorgo (+7%) confermano il trend al rialzo dei mercati internazionali.
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, la quotazione nel nostro Paese di grano tenero nelle contrattazioni è salita del 12%, quella del mais del 14,5%.
L’Italia importa il 64% del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44% di grano duro necessario per la pasta, il 47% di mais e il 73% della soia. Questi ultimi due prodotti sono fondamentali soprattutto per l’alimentazione animale.
CAI - Consorzi Agrari d’Italia sottolinea che il costo dei prodotti agricoli incide sul 10% del prezzo del prodotto finale al consumatore, eventuali aumenti nel breve periodo di prodotti derivanti dal grano tenero, quali pane, farine e biscotti, sarebbero dovuti principalmente al caro energia e ai rincari di trasporti, imballaggi, carburante.