Ex Ilva di Racconigi, sciopero di 24 ore a poche ore dalla definizione del nuovo CdA
Gli operai si sono suddivisi in tre turni da 8 ore per chiedere certezze future e il rispetto degli accordi del 2018, completamente disattesi secondo i sindacati.
Uno sciopero di 24 ore indetto su tre turni a poche ore dall'assemblea degli azionisti che oggi definirà il prossimo CdA di acciaierie d'Italia. Manifestano in questo modo gli operai dello stabilimento dell'ex Ilva di Racconigi: un'iniziativa che ha avuto un'adesione altissima e che si pone come obiettivo quello di avere garanzie sul futuro e chiedere rispetto degli accordi del 2018, completamente disattesi secondo i sindacati.
Ex Ilva di Racconigi, tre turni di sciopero da 8 ore
I lavoratori ex Ilva di Racconigi fanno sentire la propria voce con un presidio davanti allo stabilimento per chiedere certezze future e il rispetto degli accordi del 2018, completamente disattesi secondo i sindacati.
"E' stata registrata un'altissima adesione allo sciopero di 24 ore indetto in tutti gli stabilimenti del gruppo Acciaierie d'Italia", comunica la Fiom-Cgil.
A Taranto negli impianti l'adesione è stata intorno all'80%, al netto dei comandati per le norme di salvaguardia del sito siderurgico, mentre le imprese dell’indotto si sono fermate totalmente. Adesione sopra il 90% allo stabilimento di Genova di Cornigliano dove è stato deciso lo sciopero di un'ora al giorno fino al 29 luglio. Stabilimenti vuoti con produzione totalmente ferma a Racconigi (Cuneo) e a Legnaro (Padova) con il raggiungimento del 100% di adesioni e a Novi Ligure (Alessandria) la partecipazione è stata superiore al 90%. E infine a Paderno Dugnano (Milano) lo sciopero ha superato il 60%.
E' stata una giornata di mobilitazione molto importante che ha messo al centro la questione dell'ambiente, dell'occupazione e della sostenibilità ambientale delle produzioni di acciaio.A Taranto una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto che ha preso l'impegno a sollecitare l'incontro entro luglio con Governo ed Acciaierie d'Italia sul piano industriale".
"L’unica certezza per i lavoratori è la cassa integrazione - afferma Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia - a fronte di una domanda di acciaio in forte crescita. Gli investimenti sono sostanzialmente azzerati sia per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori, sia per il risanamento e la sostenibilità ambientale delle produzioni.
Il tempo è scaduto e i lavoratori attendono risposte immediate sull'occupazione e soprattutto l'attuazione del piano ambientale e industriale. Il Governo convochi il tavolo con azienda e sindacati e renda esplicito il tanto preannunciato piano nazionale della siderurgia, conclude".