Tunnel fra Italia e Francia al Colle Tenda: pressing per ripartire con i lavori
Si decide entro il 5 maggio quale ipotesi adottare: passare sotto al vallone che ha ceduto o rattoppare la frana e costruire un viadotto.
La Regione Piemonte pressa per ricominciare i lavori nel tunnel che unisce Italia e Francia al Colle Tenda. Si tratta di uno dei trafori più antichi visto che venne costruito nel 1882. Ha anche notevoli pregi rispetto agli altri (Monte Bianco e Frejus) perché è gratis e posto più in basso (poco oltre i 1.200 metri slm).
Il vertice a Roma
Ma i lavori per l’allargamento del tunnel sono interrotti da anni: colpa di un’inchiesta giudiziaria prima e del maltempo che ne ha causato la frana poi. Al momento è da ottobre 2020 che il traforo è interdetto al traffico.
Il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli (Lega) ha invitato a Roma l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi per valutare i progetti di Anas e riprendere i lavori. Con l’assessore Gabusi anche l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, il prefetto Fabrizia Triolo, il sindaco di Limone Piemonte Massimo Riberi e i parlamentari piemontesi Giorgio Bergesio (Lega) e Flavio Gastaldi (Lega). In collegamento anche l’assessore ai Trasporti della Regione Liguria Giovanni Berrino.
Soddisfatti di essere coinvolti
Così l’assessore Gabusi ha espresso la sua soddisfazione:
"Siamo stati invitati a Roma espressamente dal viceministro Morelli. Per la prima volta riusciamo a sederci al tavolo con tutti gli attori del territorio, come richiesto dalla Regione Piemonte nella Commissione di novembre e come ribadito al viceministro Morelli, che a Limone si era preso l’impegno di convocarci per analizzare insieme le scelte progettuali. Oggi possiamo dire di essere soddisfatti perché stiamo toccando con mano la velocizzazione dei passaggi che ci consentono di iniziare a ricostruire l’imbocco del tunnel sul versante francese, dove c’è stata purtroppo una sostanziale modifica della morfologia della montagna. Sono solo due le ipotesi in campo compatibili: quella di un tunnel sotto al torrente o quella di un viadotto all’uscita delle gallerie".
Sono due le ipotesi al vaglio
Due al momento le ipotesi al vaglio:
- La prima propone lo scavo del nuovo tunnel realizzando una galleria sotto il vallone che ha riportato il cedimento, aumentando la pendenza. Le due gallerie vedrebbero aumentare la loro lunghezza di circa 150 metri. Questa soluzione prevede un costo aggiuntivo di 86 milioni di euro e l’apertura della prima carreggiata nel 2024.
- La seconda proposta prevede di “rattoppare” la frana e realizzare un ponte di scavalco sul vallone che ha ceduto. Questa proposta ha un costo ulteriore di circa 45 milioni di euro e consente il completamento di un’intera carreggiata nel 2023. Questa seconda ipotesi è stata preferita dal Tavolo tecnico per la maggiore semplicità tecnica; positivo anche il parere da parte della componente francese.
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E’ in programma una Conferenza Intergovernativa italo-francese, fissata per il 5 maggio, per decidere. Già il 6 maggio quindi si potrebbe ripartire con progetto e cantiere per i lavori al tunnel fra Italia e Francia.