Comunità energetiche per produrre corrente e risparmiare: l'esempio virtuoso di Barge
Piemonte capofila: tante le realtà in Val di Susa, Valle Maira, Valle Grana, a Pinerolo e a Magliano.
Fare fronte unito per risparmiare energia, quindi spendere meno nelle bollette, e contribuire al minore impatto ambientale: ecco le “comunità energetiche”. Si tratta sicuramente di una buona idea, quella di creare delle comuni diffuse sul territorio per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (quindi green). La Regione Piemonte, racconta "Prima Torino", sostiene questi modelli virtuosi già attivi in alcune porzioni di territorio. Nel territorio cuneese, tuttavia, si trova uno degli esempi più virtuosi di comunità energetiche e riguarda l'esperienza di Barge.
Modelli innovativi
Comunità energetiche, un modello innovativo per la produzione, l’autoconsumo, l’accumulo e la vendita di energia proveniente da fonti rinnovabili nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di de-carbonizzazione e della transizione energetica. Da dicembre 2020 sono in vigore disposizioni e incentivi per sviluppare i sistemi collettivi di autoconsumo da fonti rinnovabili e, con la pubblicazione delle regole tecniche del Gse (Gestore Servizi Energetici) si è completato il quadro. E proprio per fare il punto della situazione, per accelerare la sperimentazione e per informare i consumatori sulla possibilità di avere un ruolo attivo nella gestione della propria spesa energetica, il Gse in collaborazione con la Regione Piemonte e con gli attori locali interessati (fra cui Anci e Uncem regionale, Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Anaci, Politecnico di Torino ed Environment Park), ha organizzato un incontro online.
Esempi virtuosi in Piemonte, su tutti c'è Barge
Esempi virtuosi in Piemonte ce ne sono già: su tutti l’esperienza di Barge (Cn), nell’ambito del raggruppamento dell’Associazione Comunità Energetica del Monviso, che privilegia le biomasse della filiera del legno; quelle delle valli Maira e Grana, della zona di Pinerolo, della Val di Susa e del Comune di Magliano. Soddisfatto l’assessore regionale Matteo Marnati:
“Numerosi sono gli esempi di comunità energetiche che si sono già organizzate sul territorio. L’obiettivo europeo è quello di arrivare a raggiungere nel 2030 una riduzione del 55% delle emissioni di Co2 in atmosfera. Ci sono numerosi investimenti e, a seguito dell’approvazione della legge sull’idroelettrico, ci attendiamo un incremento di produzione da fonte idraulica pari al 15% migliorando l’uso della risorsa primaria. Vogliamo salvaguardare l’ambiente e investire sull’economia ma dare, a chi vuole investire, anche i giusti strumenti”.
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Il 2020 è stato un anno di programmazione: ora si aspettano i fondi che devono arrivare sia con il Recovery Plan sia con la programmazione europea.
Progetti concretamente fattibili
Quello che serve in questo momento sono progetti concretamente fattibili, definitivi e in “rete” per arrivare ad intercettare i fondi europei. In poche parole: concretezza e gioco di squadra per fare sistema e poter accedere agli stanziamenti. L’iniziativa sta infatti analizzando il territorio con l’obiettivo di istituire una comunità energetica in grado di gestire e usare sostenibilmente le risorse locali, contrastando la crisi climatica. Il territorio piemontese è costituito per quasi il 40% da boschi, e le Amministrazioni locali faticano a far fronte ai costi di manutenzione e ripristino anche a causa della crisi climatica.
Occorre quindi ripensare l’economia locale imprimendo una svolta green. I boschi del Piemonte, se gestiti con i massimi criteri di sostenibilità, possono fornire materiali, legna da ardere ed energia e contribuire all’occupazione. Davvero una buona idea quindi questa di risparmiare grazie alle comunità energetiche.