"Scuole Aperte Cuneo" a Draghi: "Devono tornare in presenza anche medie e superiori"
Una lettera diretta al premier Mario Draghi. Una delegazione del comitato cuneese parteciperà alla manifestazione di sabato 10 aprile a Roma.
Continua senza sosta l’azione del comitato "Scuole Aperte Cuneo" per far ripartire la didattica in presenza per tutti gli studenti, anche in zona rossa. Oggi, giovedì 8 aprile, il movimento spontaneo di cui fanno parte genitori, insegnanti e studenti del territorio provinciale, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e a tre Ministri per chiedere la didattica in presenza per le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado e per le scuole superiori.
Nella giornata di sabato 10 aprile 2021, una delegazione del comitato provinciale sarà presente in piazza del Popolo a Roma per aderire alla manifestazione nazionale organizzata dalla rete nazionale Scuola in Presenza per chiedere alle Istituzioni di attivarsi in ogni modo per consentire l’immediato rientro in classe di tutti gli studenti e dire basta all’uso smodato della didattica a distanza
Lettera aperta al premier Draghi
Una lettera firmata da Silvio Ribero, Sara Marchisio, Sarah Numico e Annamaria Del Grosso, rappresentati del movimento spontaneo Scuole Aperte Cuneo e diretta al premier Mario Draghi, al ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, al ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e al ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone. Questo il testo della lettera:
"Egregio Presidente del Consiglio, Egregi Ministri,
ci rivolgiamo a voi come rappresentanti di Scuole Aperte Cuneo, movimento spontaneo di cui fanno parte genitori, insegnanti e studenti del territorio provinciale. È nostro compito genitoriale tutelare l’istruzione, la formazione ed il benessere psicofisico dei nostri figli: a un anno dall’inizio della pandemia, che ha stravolto il mondo intero, stiamo toccando con mano ogni giorno le dannose ricadute a ogni livello della chiusura delle scuole sui nostri figli. Abbiamo apprezzato la Sua decisione, Presidente Draghi, di riportare in classe i bambini più piccoli, anche in zona rossa. Ma non comprendiamo la ratio per cui non possano rientrare in presenza anche i ragazzi del secondo e terzo anno della scuola secondaria di primo grado. E subito dopo quelli delle superiori. La scuola come comunità educante si è completamente frantumata dopo un così lungo tempo di Dad che, se è stato un valido aiuto per superare l’emergenza, non può diventare il sostituto della scuola che permette, oltre che l’apprendimento didattico, lo sviluppo umano e relazionale dei ragazzi.
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Ben noti sono ormai i dati su dispersione scolastica, patologie psico-evolutive, disuguaglianze sociali chela Dad ha portato con sé; noti sono anche i dati sul lentissimo andamento dei contagi nelle scuole. Va anche detto, tra l’altro, che i ragazzi di seconda e terza media continuano in tantissimi casi a restare da soli in casa e doversi auto-gestire: noi genitori ogni giorno compiamo un atto di omissione di vigilanza? O non è lo Stato ad omettere ormai da tempo di adempiere alle sue responsabilità e ai suoi doveri? La Scuola, non solo a parole, deve ora diventare un servizio essenziale e garantire la frequenza in presenza di tutti i cicli di istruzione. Se è vero che i rischi legati alla presenza sono gli assembramenti fuori dagli istituti e sui trasporti è inaccettabile che problemi logistici, noti da tempo, ma mai seriamente risolti, costringano i nostri ragazzi a rinunciare ad un loro diritto fondamentale.
Sabato 10 aprile saremo a Roma anche noi alla manifestazione nazionale indetta dalla Rete Nazionale 'Scuola in presenza' per richiamare il Paese tutto alla responsabilità verso le giovani generazioni".