Sentenza storica

La Corte costituzionale dà il via libera all'abbattimento dei cinghiali

Coldiretti: "Via libera alla possibilità di fermare l’invasione di cinghiali, responsabile di gravi danni alle persone, alle imprese agricole e al territorio"

La Corte costituzionale dà il via libera all'abbattimento dei cinghiali
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La Corte costituzionale dà il via libera all'abbattimento dei cinghiali. Si tratterebbe di una sentenza storica nella lotta alla proliferazione degli animali selvatici. La decisione consentirà anche ad agricoltori provvisti del tesserino di caccia, a patto che siano appositamente formati, di poter cacciare i cinghiali.

Per Coldiretti è una sentenza storica

È una svolta importante quella arrivata sul fronte cinghiali secondo Coldiretti: la Corte Costituzionale con una storica sentenza permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche ad agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, a patto che siano appositamente formati.

Un cambio di direzione importante – rimarca Coldiretti – rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati agli interventi di contenimento previsto dalla legge quadro. La nuova sentenza dà il via libera all’abbattimento dei cinghiali che, con l’emergenza Covid, si sono moltiplicati in Italia raggiungendo i 2 milioni di esemplari, mettendo a rischio la sicurezza delle persone, causando incidenti stradali con morti e feriti, devastando i raccolti e danneggiando gli allevamenti, essendo pericolosi diffusori di malattie come la peste suina africana.

"La sentenza gioverà ai territori"

Si esprime così Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, a commento della sentenza della Corte Costituzionale:

"Come abbiamo già evidenziato in molteplici occasioni, la proliferazione senza freni dei cinghiali sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. A ciò si aggiunge la questione della sicurezza pubblica: più di 8 italiani su 10 (81%), secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Alla luce anche di questi dati, va mantenuta alta l’attenzione su una situazione che, senza specifiche azioni immediate, tenderà ad assumere una connotazione di sempre maggiore criticità".

Fanno eco anche le dichiarazioni di Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo:

"Auspichiamo che questa storica sentenza possa dare concreto giovamento ai territori dove, fino ad ora, i piani di contenimento messi in atto non sono stati sufficienti creando difficoltà agli imprenditori agricoli nello svolgimento della loro attività produttiva, ma anche ai cittadini la cui incolumità è costantemente a rischio".

I danni della proliferazione incontrollata dei cinghiali

Lo scorso 18 novembre 2020 aveva fatto clamore l’incredibile foto scattata da Gianfranco Torta, agricoltore della provincia di Alessandria, associato Cia. L’uomo stava raggiungendo il mercato ortofrutticolo di Asti. Nell’immagine si vede un branco di cinghiali che corre liberamente lungo l’autostrada piemontese A21, all’altezza dell’uscita di Asti.

Fortunatamente, i cinghiali non hanno causato incidenti, ma è ancora ben vivo il ricordo, e ancora forte il dolore per quanto successo nella notte tra mercoledì 30 settembre e giovedì 1 ottobre 2020, quando due giovani persero la vita in un drammatico incidente avvenuto sulla A26: le vittime Simonluca Agazzone e Matteo Ravetto, calciatori noti in Piemonte, viaggiavano in macchina con un terzo amico rimasto lievemente ferito. La loro auto era finita fuori strada per cercare di evitare due grossi cinghiali.

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