Recuperata pala d’altare del ‘700 rubata ad Ormea nel 1994
La tela, di autore ignoto, risalente al periodo tra il '700 e l'800, era originariamente di tre metri, ma era stata tagliata per essere venduta all'asta.
Una pala d’altare del '700 raffigurante la "Nascita della Madonna", appartenente al seminario vescovile di Sanremo e rubata nel 1994 al santuario della Madonna delle Ciliegie di Ormea, in provincia di Cuneo, è stata recuperata dai militari del Nucleo patrimonio culturale di Torino, che hanno denunciato con l’ipotesi di riciclaggio un pregiudicato di 81 anni.
Recuperata pala d’altare del ‘700 rubata ad Ormea nel 1994
Come riporta "Prima La Riviera", 'è stata recuperata dai militari del Nucleo patrimonio culturale di Torino una pala d'altare del '700 raffigurante la "Nascita della Madonna", appartenente al seminario vescovile di Sanremo e rubata nel 1994 al santuario della Madonna delle Ciliegie di Ormea, in provincia di Cuneo. La tela, di autore ignoto, risalente al periodo tra il ‘700 e l’800, era originariamente di tre metri, ma era stata tagliata nella parte inferiore e superiore, in modo da poter essere facilmente piazzata sul mercato.
La pala d’altare era già stata acquistata da una casa d’aste
Era, inoltre, già stata acquisita da una galleria d’arte di Genova, che l’aveva messa all’asta. La tela è stata rubata a Ormea, in quanto il santuario appartiene al seminario, che è anche proprietario di una residenza estiva nella zona. L’individuazione del dipinto, nel 2017, attraverso una banca dati dei beni culturali rubati, in uso all’Arma, ha consentito di avviare un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova, che ha portato al rintraccio del soggetto responsabile dell’alterazione della tela e al sequestro dell’opera, poco prima di essere venduta e trasferita all’estero.
Gli investigatori hanno poi scoperto, che la tela era rimasta nascosta per diversi anni dopo il furto in una cantina della provincia di Genova dalla quale è riemersa nel 2001 quando, dopo essere stata affidata ad un restauratore piemontese per essere rintelata e rinnovata, è stata alterata e immessa nuovamente nel mercato dell’arte.
Le parole del colonnello Silvia Mele
Queste le parole del colonnello del Nucleo patrimonio culturale di Torino, Silvio Mele, a seguito del ritrovamento:
"Le indagini si sono originate attraverso il riconoscimento di questa opera in vendita presso un negozio di Genova, individuazione favorita grazie alla disponibilità che l’Arma dei Carabinieri ha di un particolare e potente strumento di indagine investigativa che è la banca dati dei beni illecitamente sottratti. E’ un grande database contenitore di immagini ed eventi che riguardano tutte le opere i beni culturali sottratti. Una tecnologia così performante che e è in grado di riconoscere anche piccole parti de beni come appartenenti a opere diverse e più grandi. Per evitare di essere riconosciuto il responsabile ne aveva tagliato un’importante parte superiore e inferiore, in modo facilitarne il commercio perché nessuno avrebbe comprato opera di quelle dimensioni".
Il vescovo Antonio Suetta
Anche il vescovo Antonio Suetta si è espresso sulla vicenda:
"Oltre al dato materiale e culturale di questo bene che è stato ritrovato e restituito, questa storia ha tanti significati molto curiosi e molto preziosi dal punto di vista umano e sociale. Il fatto che il Nucleo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale abbia ritrovato quest’opera, che non è certamente tra le più famose, le più importanti o le più conosciute, è un segno che infonde fiducia e sicurezza e che rinnova, approfondisce e incrementa la stima nei confronti dell’Arma dei carabinieri che, pur essendo un’istituzione di così alto profilo, con la sua operatività sa farsi percepire molto vicina alla gente e alle situazioni concrete. Ora che la tela è stata restituita, la metteremo momentaneamente presso il seminario diocesano a Sanremo, che è il legittimo proprietario, in attesa di poterla collocare in situazione di sicurezza nel suo luogo originario. Al momento non è possibile altrimenti la esporremmo magari ad un altro furto".