Federico Borgna, sindaco non vedente: "Si può essere più forti della propria disabilità"
Oggi, giovedì 3 dicembre 2020, si celebra la "Giornata Internazionale delle persone con disabilità" e in occasione di questa ricorrenza chi meglio di lui poteva dare una importante testimonianza?
E' l'esempio vivente che forza di volontà, impegno, coraggio e abnegazione possono consentire a ognuno di raggiungere obiettivi inizialmente impensabili, superando gli ostacoli che la vita dissemina sulla strada di ciascuno. Federico Borgna, 47 anni, primo cittadino non vedente nella storia italiana a essere eletto alla massima carica dell'Amministrazione comunale di un capoluogo di provincia è un esempio per tanti. Un "testimonial" perfetto di questa giorno, ma non solo.
Oggi, giovedì 3 dicembre 2020, si celebra infatti la "Giornata Internazionale delle persone con disabilità" e in occasione di questa ricorrenza chi meglio di lui poteva dare una importante testimonianza?
La testimonianza di Federico Borgna, sindaco non vedente
Federico Borgna, dalla scoperta dei suoi problemi alla vista al mondo della politica: ci racconti la sua storia.
"Io non sono nato cieco, ma lo sono diventato. A partire dall'età di 12 anni ho iniziato ad avere i miei primi problemi alla vista che mi hanno portato ad essere ipovedente. Dal 2006, invece, mi è stata diagnosticata la cecità e da lì ho perso completamente la facoltà di vedere. La passione per la politica è nata dai tempi delle scuole superiori quando sono stato eletto come rappresentate di istituto. Lavorare per le comunità di cui faccio parte è sempre stato uno sprono e un incentivo a mettermi in gioco, infatti, per l'Associazione italiana ciechi e ipovedenti ho ricoperto il ruolo di presidente regionale e di consigliere nazionale. Dal 2009 la mia carriera politica ho preso la decisione di entrare a far parte di una comunità più allargata e sono diventato assessore nel Comune di Bernezzo. Quando ho scelto di candidarmi a sindaco di Cuneo, non avrei mai pensato di vincere, ma invece nel 2012 sono stato eletto ufficialmente a primo cittadino del capoluogo provinciale ed è stata un'immensa soddisfazione".
Quali sono stati i maggiori ostacoli incontrati lungo il suo cammino?
"Nel corso della mia vita e della mia carriera politica ho sempre cercato di dare il massimo per sopperire a questo limite fisico che mi aveva sciaguratamente colpito. Gli ostacoli più difficile da affrontare sono di due tipi: da un lato c'è la sfera soggettiva che ti porta a dover essere sempre più forte dei tuoi problemi e, infatti, ogni giorno cerco di darmi forza per capire cosa posso fare per me stesso e per contribuire alla crescita e al benessere della comunità. Dall'altro lato ci sono dei limiti degli ostacoli di natura culturale che si concretizzano nel fatto di dover convincere chi non crede che una persona cieca possa essere sindaco di una città così grande e popolata".
Lei ha sempre dichiarato che ha improntato il suo ruolo sull'ascolto, la sua disabilità è stata uno sprono in questo senso?
"Nel 2012, lo slogan della mia prima campagna elettorale è stato: 'Chi sa ascoltare, governa bene'. Ho sempre creduto sulla forza di questo messaggio e cerco di attuarlo quotidianamente nel corso del mio operato di sindaco. La disabilità è stata una leva che mi ha spinto a credere di poter diventare primo cittadino di Cuneo e la mia candidatura è stata una sorta di monito alla popolazione: chiunque nella propria vita ha dei limiti da superare, alcune persone più di altri, e io ho voluto dimostrare che si può essere più forti dei problemi che si hanno. La cecità mi ha dato la forza per coltivare fino in fondo la mia passione politica".
Barriere architettoniche: com'è la situazione in città e in provincia?
"In città sta andando avanti il 'Pebas' ossia il piano per l'eliminazione delle barriere sensoriali. Uno step fondamentale che consente a chi ha delle disabilità di muoversi con le dovute sicurezze. Per quanto riguarda le barriere architettoniche, Cuneo e provincia continuano nel loro programma di installazione. Tra luci e ombre, il problema viene trattato con il giusto peso e sono certo che si interverrà nelle zone in cui c'è più bisogno con iniziative concrete".
Lanci un messaggio a tutta la cittadinanza sul tema dell'integrazione e del rispetto.
"Quest'anno la pandemia da Covid-19 ha portato alla luce ogni tipo di fragilità del sistema sociale, culturale e politico. Essere fragili, avere delle disabilità, quest'anno più che mai è stato molto difficile. I diretti interessati, incluse le famiglie che hanno quotidianamente in casa una persona disabile, hanno attraversato un'annata complicata e meritano il giusto rispetto. Auspico che i prossimi 364 giorni possano permettere a tutti quanti di riflettere su questo tema affinché si possano trovare soluzioni concrete nella vita di tutti i giorni per permettere maggiore integrazione e pari opportunità".
Alessandro Balconi