Altolà degli ospedali da Cuneo e Alessandria: "Non scaricateci i malati di Torino"
A Tortona, Casale e Verduno, le strutture ospedaliere sono al collasso. Da qui la protesta e il monito di non far arrivare più pazienti Covid dal capoluogo piemontese.
Gli ospedali di Tortona, Casale e Verduno, nel Cuneese, sono al collasso. Da qui la protesta di medici e infermieri: "Non scaricateci i malati di Torino. Dove curiamo i nostri?".
Ospedali Cuneo e Alessandria: "Non scaricateci i malati di Torino"
La situazione negli ospedali piemontesi si fa sempre più complessa. Non solo Torino, ma anche Tortona, Casale e Verduno, riconvertiti in Covid Hospital, sono al collasso, non solo per la grande quantità di persone del territorio ricoverate, ma anche a causa del trasferimento, avvenuto nei giorni scorsi, di pazienti positivi al coronavirus dalle strutture ospedaliere torinesi.
La situazione di Verduno
A Verduno, ospedale nel cuore delle Langhe che sostituisce quelli storici di Alba e Bra, ieri, martedì 10 novembre 2020, una colonna di ambulanze che trasportavano pazienti Covid è sopraggiunta presso la struttura ospedaliera cittadina.
Massimo Veglio, direttore della Asl locale ha affermato che da Torino non è stato detto il numero esatto di ricoverati positivi che arriverà al "Michele e Pietro Ferrero". Numero che, ha sottolineato, sarà spropositato. Luciano Scalise, il direttore della Fondazione privata che sostiene il nuovo ospedale, dice che i conti nella provincia di Cuneo non gli tornano:
"Savigliano dovrebbe avere 140 posti Covid e ne ha attivati soltanto 18, come è possibile? Ci stanno massacrando Verduno, tra poco saremo costretti a mandare i nostri malati a Verbania, o chissà dove...".
Ospedali di Tortona e a Casale, nell'Alessandrino
Lo scorso martedì 3 novembre 2020, è diventata virale la fotografia della corteo di dieci ambulanze che da Torino trasportavano pazienti Covid all'ospedale di Tortona. Da quella notte, sono arrivati al Covid Hospital tortonese ben 120 malati positivi. In paese la protesta dura da giorni. Il sindaco leghista della città, Federico Chiodi, aveva primariamente chiesto che una quota di posti letto dovesse essere riservata ai suoi concittadini, successivamente ha stilato la lista delle "compensazioni" che si aspetta dalla Regione, dalla riapertura dei reparti di cardiologia e rianimazione all'attivazione di un day hospital pediatrico.
A Casale Monferrato, nelle scorse settimane, sono stati creati 108 nuovi posti letto per il Covid. Il fatto che possano essere ospitati pazienti da Torino ha provocato una smentita della Asl e la dura reazione del sindaco Federico Riboldi, un giovane leghista che chiude le sue dirette Facebook con il motto "Viva Casale, viva il Monferrato", sottolineando la forte connotazione territoriale.
Parla l'assessore alla Sanità
Per lui parla Luigi Icardi, l' assessore alla Sanità:
"Non voglio neanche sentir parlare di guerre di campanile sui malati Covid. Torino è una delle aree più colpite, vorrei vedere a parti inverse: sindaci e ospedali del territorio si aspetterebbero il medesimo aiuto, o no? Questa non si chiama neppure politica, si chiama prima di tutto solidarietà".
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