Arrestata la banda dei nonni rapinatori: assaltavano i bancomat, anche nel Cuneese | FOTO e VIDEO
Scattate le manette per tre malviventi.
Arrestata la banda dei nonni rapinatori: assaltavano i bancomat grazie alla collaborazione esterna di un esperto di esplosivi.
Arrestata la banda dei nonni rapinatori
Come riporta Prima Il Canavese, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno eseguito una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo Criminalità Organizzata, Comune e Sicurezza Urbana nei confronti di 3 individui, dei quali 2 già detenuti, ritenuti responsabili di concorso in furto aggravato e detenzione di materiale esplodente.
Le indagini
Il risultato investigativo scaturisce da una attività d’indagine, condotta tra marzo e novembre 2019, nei confronti di un sodalizio dedito, in maniera seriale, ai furti in danno di istituti bancari e uffici postali, perpetrati mediante forzatura dell’ATM con l’impiego di ordigni esplosivi artigianali (cd “marmotte”) nelle province di Torino e Cuneo. Due dei destinatari del provvedimento giudiziario sono stati raggiunti in carcere dove si trovavano dal 14 novembre scorso poiché già arrestati in flagranza per un assalto al Postamat di Garessio (Cn) mentre il terzo, libero, è stato colpito da un provvedimento di obbligo di dimora.
I colpi
5 in totale i furti contestati consumati a sportelli automatici di Poste Italiane e Istituti di Credito (Il 16 aprile 2019 alla Banca Sella di Rubiana, il 1 giugno 2019 al Postamat di Settimo Torinese, il 3 luglio 2019 al Postamat di Giaveno, il 28 agosto 2019 al Postamat di Rivalta, il 14 novembre 2019 al Postamat di Garessio 14.11.2019,), 9 quelli delle autovetture impiegate per commettere gli assalti agli ATM.
Consulente esperto in esplosivi
Fondamentale l’apporto tecnico di un “consulente”, esperto di armi ed esplosivi, dipendente di una armeria, il quale forniva sostanza esplodente da miscelare a quella già in possesso dei malfattori al fine di garantire la massima potenza deflagrante con piccole quantità di materiale. Le “marmotte” così confezionate venivano anche testate preliminarmente su vetri blindati di istituti di credito dismessi al fine di valutarne potenzialità ed efficacia dirompente. Nel corso delle indagini sequestrati chiodi a 4 punti, candelotti pirotecnici da svuotare per ricavarne polvere pirica, disturbatori di frequenze, bande chiodate, artifizi già pronti.