Lavoro malato

L'imprenditore: "Cerco personale, ma tutti preferiscono la disoccupazione"

L'imprenditore, il cui organico ora è al completo, ha raccontato alcuni casi emblematici in cui si è imbattutto: "Alcuni non si sono fatti problemi a chiedere di lavorare in nero... così incassavano anche la disoccupazione".

L'imprenditore: "Cerco personale, ma tutti preferiscono la disoccupazione"
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Una vicenda emblematica, che fa riflettere circa la salute del mondo del lavoro in Italia, soprattutto in questo delicato momento storico in cui, complice la pandemia, il tema dello sblocco dei licenziamenti è molto sentito a livello nazionale e fortemente dibattuto dal mondo della politica.

"Cerco personale ma preferiscono la disoccupazione"

A dare la sua testimonianza - nell'ambito di diversi approfondimenti legati al mondo dell'imprenditoria da parte della nostre testate, soprattutto in relazione al blocco dei licenziamenti - a Prima Monza è un imprenditore, uno dei tanti simboli di quella Brianza operosa che da sempre vanta un significativo tessuto imprenditoriale. L'uomo ha spiegato ai nostri giornalisti che in diversi periodi in cui era alla ricerca di personale - al momento il suo organico è al completo - si è ritrovato in situazioni parossisticche: "Cerco personale, ma tutti preferiscono la disoccupazione", così Marco Gentile, imprenditore di Nova Milanese, sul tema dello sblocco di licenziamenti. Tre sedi tra Nova Milanese, Sesto San Giovanni e Oradea (Romania).

"E' un’azienda piccola - ha spiegato l'imprenditore novese - In città abbiamo solo venti dipendenti. E’ come se fossimo una famiglia".

In queste settimane è tornato d'attualità il problema dello sblocco dei licenziamenti - previsto per il 30 giugno - ma secondo l'esperienza del titolare c'è anche chi - ovviamente non tutti - non vede l’ora di essere lasciato a casa:

"Abbiamo richiamato un dipendente dalla cassa integrazione e si è rifiutato. Sembra quasi che si aspetti con ansia di essere licenziati".

La denuncia dell'imprenditore: "Mi chiedono di lavorare in nero"

Nell'azienda che si occupa di trattamenti galvanici, il lavoro per fortuna c’è, ma in certi momenti si è faticato a trovare operai:

"Avevamo bisogno di aumentare il nostro personale, ma la ricerca ha avuto esiti fallimentari all'inizio - ha spiegato Gentile - Quelli che si sono presentati non si sono fatti problemi a chiedere di lavorare in nero. Così, incassavano anche la disoccupazione".

Ovviamente, questo non è accettabile:

"Come posso trovare personale in questo modo?".

Ridda di commenti sui social network

La testimonianza di Gentile ha scatenato una serie di molteplici reazioni sui social. Gli internauti hanno reagito a queste parole nelle maniere più disparate, portando anche le loro testimonianze di lavoratori. La maggior parte degli utenti si è subito attivata per prendere contatti con l'imprenditore e fissare un colloquio, ma come ribadisce Gentile, al momento l'organico nella sua azienda è al completo e non è più alla ricerca di lavoratori

In molti hanno invece posto l'accento sul fatto che gli è capitato di dover lavorare in contesti in cui non si veniva regolarizzati o pagati quanto dovuto. Ovviamente non si tratta del caso dell'azienda di Gentile, semplicemente questa testimonianza ha acceso la miccia in alcuni cittadini che hanno voluto raccontare anche l'altra faccia della medaglia, ovvero le condizioni poco corrette proposte da alcune aziende in cui si sono imbattuti:

"Che ditta è? Numero di cell o e mail? Dipende quante ore di lavoro e quanto paga... io sono alla ricerca del lavoro e ne ho sentite di tutte e di più... una per lavorare 10 ore al giorno dal martedì alla domenica pagava 500€ ... un'altra 6 ore al giorno dal lunedì al venerdì 600€... ovviamente contratto di 1 mese dopo 1 mese di prova... ora ditemi siamo sempre noi che non vogliamo lavorare?"

"Alla fidanzata di mio figlio hanno offerto un lavoro di 150 euro al mese e poi la casa integrazione dopo un anno incominciano a tagliarla ogni mese quindi anche questa è una fesseria, il reddito non a tutti viene dato. Mio figlio non ha neanche il reddito di cittadinanza. Sono talmente arrabbiata: da me si dice chi la pancia piena non crede a quello che ce l'ha vuota".

E ancora:

"Cominciate ad assumere professionisti con esperienza e mischiateli coi giovani così da creare una scuola all'interno e date gli stipendi corretti senza tirare sempre al ribasso. Incentivate i vostri dipendenti a lavorare per il loro benessere facendo funzionare bene il locale. Perché il locale se lavora bene ed incassa non è merito del proprietario ma del team".

Infine c'è chi asserisce che la condizione di disoccupazione non sarebbe così redditizia come descritto: "Io sono disoccupata, ho 50 anni e non percepisco alcun tipo di aiuto".

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