Ripartenza

Il 17 maggio in Inghilterra riaprono i pub (con la regola del 6). E in Italia?

Secondo gli esperti un ritorno alla normalità nel nostro Paese è verosimilmente ipotizzabile intorno ad agosto, ma ci sono tre grosse incognite.

Il 17 maggio in Inghilterra riaprono i pub (con la regola del 6). E in Italia?
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L'Inghilterra è l'unico Paese nel Vecchio continente in cui le restrizioni diminuiscono. E fa un po' anche da sfera di cristallo per provare a indovinare cosa accadrà da noi, dato che l'andamento della pandemia finora nel Regno Unito ha anticipato i tempi di almeno un paio di mesi.

L'unica variabile (non da poco) è il successo di una campagna vaccinale che nel Regno Unito marcia più spedita che altrove: 34 milioni di dosi somministrate (9 milioni da noi), il 57% degli adulti ha ricevuto la prima. I vaccini dunque funzionano - nella giornata di sabato in tutta la nazione solo 19 decessi (da noi sono stati 297) - e Londra è pronta a riaprire.

L'Inghilterra riapre: già il 17 maggio i pub

E così le tappe della riapertura sono già molto chiare:

  • da oggi, lunedì 29 marzo 2021, è di nuovo possibile praticare tennis e sport all'aperto
  • il 12 aprile 2021 riapriranno i negozi non essenziali, le palestre, i parrucchieri e i locali pubblici con servizio all'aperto
  • il 17 maggio 2021 sarà la volta di pub, bar e ristoranti, che potranno riaprire anche al chiuso, anche se con la "regola del 6" (non più di sei avventori al tavolo)
  • e dal 21 giugno 2021, liberi tutti, proprio come la nostra zona bianca (tutto come prima, con ancora mascherine e dpi nelle situazioni più a rischio)

E da ottobre in Inghilterra partirà anche la cosiddetta "terza dose", una somministrazione di rinforzo per gli over 70 per aumentare gli anticorpi contro le varianti, in vista dell'inverno.

In Italia: le tre incognite verso la riapertura

E da noi?

Un gruppo di esperti del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di Sanità e della Fondazione Bruno Kessler in un recente studio ha ritenuto ipotizzabile un ritorno alla normalità dell’Italia verosimilmente intorno ad agosto (se prendiamo la data di riapertura dei pub inglesi, più o meno in linea coi due mesi di "ritardo" a cui facevamo cenno in apertura).

Per arrivare invece a una situazione "Covid free" bisognerà aspettare fino a marzo 2022.

Tutto questo comunque a patto che s'incastrino ognuna nel tassello giusto tre intuibili variabili.

  1. In media sinora abbiamo viaggiato a 240 mila vaccinazioni al giorno in totale, per arrivare a vaccinare il 75% della popolazione entro agosto bisogna arrivare in fretta a quota 500mila dosi al giorno. Ce la faremo (a patto soprattutto che i vaccini arrivino)? Altrimenti il traguardo si allontanerà inevitabilmente nel tempo.
  2. La seconda variabile è la più incerta al momento - in mancanza di risposte scientifiche - perché dipende da quanto dura l’immunità di chi viene vaccinato: le cose cambiano, e molto, se l'effetto dura sei mesi oppure un anno, perché di conseguenza bisognerebbe pianificare una campagna di rivaccinazione o tamponare ancora con la reintroduzione di restrizioni.
  3. La terza sono le varianti. Se il virus mutasse diventando ancor più contagioso o letale, o ancora resistente ai vaccini, le cose si complicherebbero ulteriormente.

daniele.pirola@netweek.it

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